Muri imbrattati con scritte razziste e inneggianti al fascismo. L’increscioso episodio, segnalato alle forze dell’ordine, è avvenuto nella notte tra lunedì 18 e martedì 19 aprile, nei pressi del parco Ranghiasci di Gubbio, dove in mattinata sono state riportate quattro inequivocabili diciture. Le foto che pubblichiamo sono state ritoccate dalla redazione per evitare di essere “megafono” di messaggi oltraggiosi.
Questa mattina, inoltre, coincidenza vuole che i gruppi consiliari che sostengono il sindaco, Liberi e Democratici – Scelgo Gubbio – Psi e Sel, abbiano a loro volta legittimato la scelta della Giunta di istituire un centro Sprar a Gubbio:
Una scelta che innanzitutto risponde ad un principio morale: una comunità, perché possa definirsi progredita, non può permettersi di dimenticare la solidarietà e soprattutto non può tendere ad un individualismo senza ragione. Organizzare uno SPRAR a Gubbio significa gestire meglio l’emergenza. In città verrebbero previsti solo 40 posti per rifugiati per la seconda accoglienza. E a questo progetto, volenti o nolenti, dovranno aderire tutti i Comuni d’Italia, per evitare di concentrare coloro che transitano per il nostro Paese in pochi e mal controllati centri di raccolta. L’incontro di martedì scorso doveva essere l’occasione per il Libero Comitato Cittadino di trovare le risposte alle loro preoccupazioni, riguardo l’insicurezza e la microcriminalità che, a loro opinione, avrebbe portato il centro Sprar, invece è diventato una palestra per esercitarsi in una gara di stereotipi qualunquistici, nei quali, fortunatamente, la maggioranza degli eugubini non si riconosce
Ha espresso la propria personale condanna ed anche la sua “viva preoccupazione” anche il presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Biancarelli: “Si tratta di un avvenimento gravissimo e senza precedenti nella nostra storia. Gubbio, Comune martoriato dalla violenza e dagli eccidi nazifascisti, è città accogliente nella quale non sono assolutamente tollerabili manifestazioni contro la pace e la fratellanza e neppure una cultura di odio strisciante, equivoca e magari mascherata sotto diverse e più presentabili intenzioni. Respingiamo con forza ogni clima e ogni tipo di dialettica che possa, in qualunque modo, legittimare tali esecrabili azioni. Invitiamo tutti a prendere immediata, univoca e ferma posizione contro qualunque forma di barbarie, isolando chiunque tenti o abbia in animo di incrinare i sacrosanti principi della civile convivenza”.
Immagini di Associazione 100 Ramazze