Un nuovo scossone investe palazzo municipale di Campello sul Clitunno con il sindaco Maurizio Calisti (nella foto in home page) alle prese con una crisi politica che, stavolta, potrebbe anche far saltare il banco a poco meno di un anno dalle prossime elezioni (primavera 2024).
Nella serata di mercoledì ha rassegnato le proprie dimissioni il consigliere comunale Antonello Pallotta, esponente di punta del centrodestra cittadino, che già nel 2020 aveva rinunciato alla carica di Vice Sindaco (da allora saldamente nelle mani di Sergio Guerrini).
L’abbandono di Pallotta conferma che il governo cittadino continua a navigare in acque tempestose e si fa sempre più difficile per il sindaco poter contare sulla maggioranza (che da mesi non sempre garantisce in Consiglio il proprio voto favorevole).
Quelle di Pallotta seguono le dimissioni dell’ex assessora Fabiani Grullini (in carica quale consigliere in quota alla maggioranza) e del consigliere Alessandro Benedetti, uscito definitivamente dal Consiglio il 3 maggio 2022 (gli è subentrato Fabio Taddei, altro ‘ribelle’ insieme alla Grullini).
L’uscita dal board della Grullini portò Campello alla ribalta delle cronache nazionali con il primo cittadino costretto a ricorrere ad un avviso pubblico per cercare una assessora nel rispetto delle quote rosa.
Bisognerà attendere se gli ultimi due non eletti della lista di Pallotta decideranno di accettare la carica di consigliere: in ordine Maria Laura Meniconcini e Fabio Patrizi che solo nelle prossime ore scioglieranno le riserve.
Se accetteranno di entrare nel massimo consesso cittadino, Calisti potrà dormire sonni (abbastanza) tranquilli. La maggioranza conta infatti 8 consiglieri più il sindaco (3 quelli di minoranza che però possono, a volte, contare sul voto dei dissidenti).
Se invece il posto di Pallotta dovesse rimanere vacante, il rapporto di forza scenderebbe ulteriormente lasciando la maggioranza in bilico ad ogni votazione.
Sulla carta quindi una eventuale mozione di sfiducia potrebbe diventare presto una opzione concreta.
Una situazione che ha sfibrato le forze di governo e la stessa imprenditoria che le sosteneva, con relativo calo di consenso tra gli elettori.
Tanto che i bene informati considerano conclusa l’esperienza politica di Calisti con la prossima primavera quando la cittadina Patrimonio Unesco tornerà alle urne.
Chi sembra intenzionato a proseguire è invece Guerrini, che potrebbe puntare per lo scranno più alto. Oltre, neanche a dirlo, al sempre verde Domizio Natali.
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