La Polizia tifernate ha raggiunto un altro grande risultato dopo i due arresti di pochi giorni fa ai danni del 40enne M.L. e del 34enne G.O., nato e residente a Città di Castello, rei di essere stati trovati in possesso di un kg di hashish. L’“Operazione Lampo”, infatti, nata in maniera estemporanea e direttamente dai controlli fatti su strada, ha permesso di portare ad un altro arresto e ad un fruttuoso ritrovamento.
Gli agenti, con non poca fatica, hanno individuato un casolare sperduto nella macchia, sito tra Pietralunga e Pianello (al confine con le Marche), nei pressi del quale una signora 57enne gestiva una vera e propria serra casalinga.
G.M., queste le iniziali della donna, custodiva al suo interno ben 30 piante di marijuana “indica”, varietà più pregiata per la maggior quantità di principio attivo e resina prodotta. Nella serra sono stati trovati anche: un impianto di irrigazione “a pioggia”; un impianto di illuminazione a raggi uva, per simulare l’azione solare; un ventilatore per creare la giusta umidità. Grazie a tutti questi accorgimenti e cure, le piante, coltivate in vaso, avevano raggiunto un’altezza di oltre un metro.
La signora, nata a Roma ma residente in Frazione Morena di Gubbio, dati anche i suoi 20 anni di “esperienza” in Olanda, si dedicava 24 ore su 24 alla coltivazione intensiva delle piante. La Polizia, una volta trovato il casolare in affitto, a 15 km di distanza dalla civiltà, ha colto la donna in flagranza di reato. Ora la 57enne è stata messa agli arresti domiciliari e tutte le piante, anch’esse destinate al mercato tifernate, sono state sequestrate. L’intero raccolto, “restando bassi con le cifre” (a detta di Tangorra), avrebbe prodotto oltre 30 kg. di marijuana.
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