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Scontro ideologico sulla(e) famiglia(e), ma alla fine l’Umbria ha la sua legge con 30 milioni VIDEO

L’Umbria ha la sua Legge sulla Famiglia. L’Assemblea legislativa regionale ha approvato a maggioranza, dopo un articolato dibattito poco incentrato sulle conseguenze pratiche e molto sulle diverse visioni ideologiche legate al concetto di famiglia, la proposta di legge “Integrazioni e modificazioni al testo unico Sanità e Servizi sociali”, presentata da Fioroni (Lega) e firmata anche dagli esponenti delle altre forze politiche del centrodestra e da Fora (Patto civico). Una legge finanziata con 30 milioni a disposizione delle famiglie, da utilizzare, secondo le misure i cui contorni e finalità sono definiti in questa legge quadro, a sostegno dei nuclei più deboli, dei bambini, dei giovani, dei disabili, degli anziani, di chi vive in situazioni di emarginazione.

Le opposizioni hanno parlato di provvedimento elettorale, visto che la legge è arrivata in Aula a poche settimane dal voto. E con un testo che, dopo mesi di lavoro, è stato modificato a luglio. E senza che venissero accolti gli emendamenti presentati dalle stesse opposizioni, considerati aggiuntivi e migliorativi. Una modifica formale è invece quella richiesta, in particolare dal Pd e dal M5s, per cambiare il termine “famiglia” con “famiglie”, ritenendo quest’ultimo inclusivo delle varie forme di nuclei, di diritto e di fatto, presenti nella società attuale. Un pretesto ideologico, la replica della maggioranza, che ha evidenziato come nel merito non siano state, di fatto, avanzate critiche alle singole norme del testo.

“Abbiamo messo a disposizione 30 milioni per interventi strutturali – ha rivendicato la governatrice Tesei nel suo intervento – che coinvolgono diversi assessorati, su cui i giovani, i minori, le famiglie possono fare affidamento per il futuro. Di ideologia in questa legge non c’è nulla. E non c’è traccia di propaganda elettorale. Siamo arrivati a ridosso della campagna elettorale, ma questo non può essere un limite della legge. Se continuiamo a fare le leggi come quelli che c’erano prima di questo Governo regionale, che non venivano finanziate, queste sono le conseguenze”.

Un dibattito fomentato probabilmente dalle numerose persone – molti erano rappresentanti di associazioni che, per vari aspetti, sono interessate alla legge e alle risorse che può garantire – presenti sulle tribunette. Ma che si è concluso con la significativa presenza – sottolineata anche da diversi esponenti dell’opposizione nei loro interventi – dell’ex senatore Simone Pillon, difensore della famiglie cosiddetta “tradizionale”. “Una pagina di civiltà, un investimento per il futuro della nostra regione.
Proteste sinistre respinte. La famiglia è più forte delle ideologie” ha commentato in un post la foto con il selfie che lo ritrae con l’Aula sullo sfondo.

Alla fine Porzi, pur criticando il metodo utilizzato dalla maggioranza, ha votato a favore della legge. Bianconi si è astenuto, mentre i consiglieri del Pd hanno scelto di non partecipare al voto.






Donatella Tesei (presidente della Giunta): “La legge ha richiesto il tempo
necessario per elaborare un provvedimento serio, organico ed efficace. Dagli
interventi non ho capito quali sono gli aspetti di questa legge che sarebbero
sbagliati. Ho sentito interventi sulla contraccezione, sulle aree interne e
su molti altri argomenti che però non hanno attinenza con questa legge.
Spiegatemi dunque cosa c’è di sbagliato in questi articoli, che mettono al
centro la tutela dei minori, anche in caso di separazione. Abbiamo messo a
disposizione 30 milioni per interventi strutturali, che coinvolgono diversi
assessorati, su cui i giovani, i minori, le famiglie possono fare affidamento
per il futuro. Di ideologia in questa legge non c’è nulla. E non c’è
traccia di propaganda elettorale. Siamo arrivati a ridosso della campagna
elettorale ma questo non può essere un limite della legge. Avere o non avere
certi sostegni può fare la differenza. Ma ciò non toglie che siano
necessari interventi per incrementare il tasso di occupazione, cosa che
peraltro in questi ultimi anni è avvenuta. Con la legge sulla famiglia
l’Umbria è una Regione più bella e con più strumenti per affrontare le
difficoltà”.