Mentre in consiglio regionale si discute sul nuovo Piano rifiuti, sull'asse Spoleto-Foligno-Perugia è già iniziata la guerra della “monnezza”. Una guerra politica tra territori, ma anche uno scontro economico tra pubblico e privato per un settore intorno al quale ruotano consistenti interessi. Perché il denaro, questa volta è quanto mai vero, non puzza. Terreno di scontro è la Centro ambiente spa, la società a capitale misto (a maggioranza pubblica) che gestisce, tra l'altro, la discarica di Sant'Orsola a Spoleto e l'impianto di compostaggio a Casone, nel territorio comunale di Foligno.
In base a quanto deliberato dalla Conferenza dei sindaci dell'Ato Rifiuti n. 3, entro il 31 agosto di quest'anno il 47% di quote detenute dai privati (tra cui Gesenu Spa e Ap Produzione Ambiente spa) dovrebbero tornare in mano pubblica, dietro pagamento di circa 600mila euro di indennizzo. Un'operazione contro la quale Gesenu e Ap hanno fatto ricorso al Tar il 7 luglio scorso, lamentando una violazione dei principi comunitari di concorrenza. Manifestando, di fatto, la volontà di non cedere le azioni possedute della Centro Ambiente. Soprattutto da parte della Gesenu, c'è la volontà di continuare ad essere presente nella Valle umbra sud, anche in considerazione dell'espansione della romana Acea verso il Ternano. La Conferenza dei sindaci dell'Ato Rifiuti 3 ha però deciso di resistere contro il ricorso al Tar presentato dai privati. Ma nel frattempo c'è stata un'altra novità. Vus spa (la società comprensoriale, interamente pubblica, che detiene il 53% di Centro Ambiente) ha deciso di riacquisire la gestione in proprio dell'attività finora svolta da Centro Ambiente e di affidarla ad una società unipersonale a responsabilità limitata da costituire appositamente, che dovrebbe procedere all'affitto della Centro Ambiente spa. Una prospettiva contro la quale, dopo un ampio dibattito, si è espressa la Conferenza dei sindaci. Compreso ilComune di Foligno, che in una fase iniziale non sembrava pregiudizionalmente contrario a questa ipotesi.
Alla luce di questo voto, resta ferma la scelta di acquisire entro la fine del mese tutte le quote di Centro Ambiente detenute daisoggetti privati. Allo stesso modo, è stata bocciata la soluzione dell'affitto d'azienda prospettata dalla Vus, alla quale è stato intimato di provvedere all'acquisizione delle quote dei privati. Nelcaso in cui questi ultimi non volessero cederle, Vus dovrà svuotare la Centro Ambiente del suo fatturato (circa l'80% del totale, acquisendone il personale. Una guerra a colpi di atti di indirizzo politico, delibere dei consigli di amministrazione e carte bollate. Il cui esito potrebbe modificare la mappe della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti in Umbria.
Massimo Sbardella
(tratto da Il Giornale dell'Umbria del 17.08.08)