Per i tre individuati dai video, agli arresti domiciliari, partite vietate in casa e in trasferta
Niente partite, per un periodo che va dai 5 agli 8 anni a seconda della gravità dei fatti contestati, per i tre tifosi del Perugia individuati dai filmati tra i protagonisti dei tafferugli avvenuti in Curva Nord nel primo tempo di Perugia – Pineto.
I tre erano stati arrestati. Mercoledì, al termine del giudizio direttissimo, il giudice ha convalidato i tre arresti differiti e disposto la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti dei tre indagati.
La gravità delle condotte, il pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica generato hanno indotto il questore a emettere, nei confronti dei tifosi coinvolti, i provvedimenti di Daspo. I tre provvedimenti vieteranno agli stessi l’accesso alle manifestazioni sportive di calcio, di Coppa Italia, di coppe internazionali, di campionato per un periodo che varia da 5 a 8 anni tenuto conto della gravità delle singole condotte e i pregiudizi pregressi.
Inoltre, nei confronti di tre destinatari dei provvedimenti è stata anche applicata la prescrizione dell’obbligo di comparizione presso la polizia giudiziaria in occasione degli incontri di calcio disputati in “casa” e in trasferta, dopo l’inizio della partita e prima del termine, per tutta la durata del provvedimento.
Ai destinatari dei provvedimenti sarà, altresì, interdetto – a partire da due ore prima e sino a due ore dopo la conclusione della manifestazione sportiva – l’accesso e lo stazionamento in un’area ricompresa in 400 metri di distanza dai luoghi antistanti lo stadio, le stazioni ferroviarie interessate dall’arrivo o dalla partenza dei tifosi, i parcheggi pubblici serventi gli impianti sportivi, i luoghi di allenamento e i ritiri delle squadre di calcio, nonché, in un’area ricompresa in 200 metri di distanza dagli altri luoghi interessati alla sosta, al transito o al trasporto di coloro che partecipano o assistono alle medesime manifestazioni.
L’eventuale violazione del divieto potrà essere punita con la pena di reclusione da uno a tre anni e con la multa da 10mila a 40mila euro.