L’Umbria, ma soprattutto la provincia di Perugia, sono preoccupate per l‘invasione dello scoiattolo grigio. Ma non sono le uniche zone d’Italia ad esserlo: perché il rischio che il mammifero roditore di origine americana ‘contagi’ anche le zone limitrofe al cuore verde d’Italia c’è, e per questo è necessario intervenire. A dare un quadro preciso del problema ci hanno pensato questa mattina in conferenza stampa Valentina La Morgia, Coordinatrice del progetto Life U-SAVEREDS, Piero Genovesi, Presidente del gruppo specialista sulle specie invasive dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura e Dario Capizzi, della Regione Lazio Direzione Ambiente e Sistemi naturali. Il progetto è promosso e realizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), in collaborazione con la Regione Umbria, il Comune di Perugia, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche, la Regione Lazio, Legambiente Umbria e l’Istituto OIKOS srl.
L’invasione dello scoiattolo “d’oro” | Non dare cibo e non disturbare
Scoiattolo grigio contro scoiattolo rosso – Dell’invasione dello scoiattolo grigio, arrivato nel contesto urbano perugino per opera dell’uomo, ne avevamo già parlato su queste colonne, quando a Ferro di Cavallo, quartiere di Perugia, erano comparsi comunicazioni istituzionali e manifesti informativi affissi nelle aree interessate. Il messaggio era stato già all’epoca molto chiaro: gli scoiattoli grigi, facendo base nel popoloso quartiere del capoluogo umbro, stanno conquistano spazi sempre più ampi sulle colline del perugino, relegando i cugini italiani, ossia gli scoiattoli rossi, ad aree di confine del territorio invaso.
Ad averne la peggio dunque una specie autoctona, mentre ad avanzare è una specie aliena, questa, che si è cominciata a diffondere in Umbria a partire dai primi anni 2000. Eppure, nonostante sia stata rilevata una scomparsa graduale dello scoiattolo rosso a causa dell’espansione del grigio, durante i mesi più recenti, si è avuta la piacevole scoperta della presenza dello scoiattolo autoctono in una zona a ridosso del Parco Faunistico della Città della Domenica. Due individui infatti sono entrati ripetutamente nelle trappole presenti nell’area. Eppure, come ha sottolineato questa mattina Capizzi, restano sotto controllo le zone umbre al confine con il Lazio e con le altre regioni del centro Italia, direttamente a contatto con l’Umbria. Perché l’invasione dello scoiattolo grigio avviene anche nelle regioni del nord Italia, dove la specie è presente. Prende il sopravvento sulla specie autoctona grazie alla sua elevata capacità di sfruttare le risorse del territorio e anche grazie all’atteggiamento confidente che lo rende abile a prendere il meglio anche da un contesto fortemente antropizzato come quello cittadino o periurbano.
Dall’Europa arriva dunque l’obbligo di dare attuazione al Regolamento europeo sulla prevenzione, gestione e diffusione delle specie alloctone invasive. Nasce così il progetto Life U-SAVEREDS, dall’esigenza di far fronte alla possibile minaccia conservazionistica a cui lo scoiattolo comune europeo sta andando incontro. Il regolamento EU 1143/14 ha dunque definitivamente stabilito che gli Stati Membri devono impegnarsi a prevenire la diffusione delle specie invasive ed eventualmente intervenire attuando azioni di controllo.
I dati – Capire la distribuzione e l’effettivo numero di scoiattoli grigi presenti è stato il punto di partenza per tutte le azioni gestionali di rimozione, e, conseguentemente, di conservazione dello scoiattolo rosso. Secondo i dati sulla presenza in Umbria, è stato stimato che lo scoiattolo grigio è presente prevalentemente in una zona centrale di 3,4 chilometri quadrati, ma la gamma complessiva è più ampia e si estende per circa 35 chilometri quadrati. Il campionamento è stato condotto principalmente nella zona centrale della distribuzione dello scoiattolo grigio e in una zona cuscinetto intorno alla zona di nucleo. Nel complesso, con questa metodologia è stata esaminata una superficie di circa 13,5 km2 ed è stata ottenuta una stima di 1510 individui. Secondo i dati raccolti, è stato stimato che solo 112 scoiattoli rossi erano ancora presenti nella stessa area 13,5 km2.
Ed ecco che il ruolo del progetto Life U-SAVEREDS, per controllo e prevenzione, diventa fondamentale per la conservazione dello scoiattolo rosso e della biodiversità in tutto il centro Italia. Il progetto ha una durata di 4 anni (ottobre 2014-ottobre 2018) e segue un cronoprogramma logico, articolato su: conoscenza del territorio, comunicazione per l’avvio della campagna di informazione per la sensibilizzazione della popolazione, e gestione con la rimozione degli scoiattoli grigi che consisterà sia nella cattura e nella successiva soppressione per via eutanasica, nella cattura, sterilizzazione chirurgica e conseguente rilascio.
Le campagne di sensibilizzazione – Come può dunque il singolo cittadino informare della presenza dello scoiattolo grigio? La difficoltà maggiore del progetto, in base a quanto dichiarato dai coordinatori, è rappresentata proprio dal far comprendere ai cittadini la necessità di intervenire, come è ed è stato per la diffusione delle nutrie in Italia e del punteruolo rosso, in particolare nelle regioni del sud. A disposizione del cittadino, ecco arrivare piattaforme online (come orintho.it e Life Cs-Mon), app e indirizzi email cui scrivere. “Senza la loro collaborazione sarà molto difficile ottenere il risultato atteso, che è quello di eliminare la specie o ridurla il più possibile, e prima che questa raggiunga un livello tale per cui l’unico intervento praticabile sarà quello di prevedere una costante attività di controllo. Tutte le specie aliene – ha dichiarato Genovesi nel corso della conferenza – sono state portate dall’uomo, ed è necessario pertanto lavorare insieme sulla prevenzione al fine di sensibilizzare i cittadini nell’assumere comportamenti responsabili. Nessuna battaglia si può vincere senza la collaborazione di tutta la comunità“.
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