“Oggi abbiamo il coraggio di rimettere in moto le energie migliori partendo dalla scuola. Ci sono tante persone che protestano: qualcuno dice che protestano sempre ma noi ascoltiamo la protesta, è giusto affrontarla ed entrare nel merito” – queste le parole di Matteo Renzi, che si trovava a Bolzano per sostenere la candidatura dei sindaci Pd per le elezioni dell’Alto Adige, in risposta allo sciopero generale della scuola di questa mattina.
Secondo le stime sindacali l’adesione sarebbe stata tra il 70 e l’80%, dati che devono essere ancora confermati, ma che sono già indicatori di un profondo disagio avvertito a tutti i livelli, dalla scuola per l’infanzia ai licei, dal personale Ata ai professori.
Manifestazioni organizzate dalle sigle sindacali nelle grandi città sono state accompagnate da iniziative spontanee in tutte le piazze d’Italia, dove professori, precari, studenti, personale della scuola hanno organizzato flashmob e assemblee per protestare contro il Ddl del ministro Stefania Giannini, alla quale Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, ne ha chiesto le dimissioni dal palco di Piazza Del Popolo di Roma.
Nella sostanza il mondo della scuola ha espresso il suo dissenso contro una riforma definita “vuota” e “priva di contenuti”, disegnata, “con arroganza”, senza ascoltare la voce dei sindacati e delle parti sociali coinvolte. In particolare si fa riferimento al processo di ‘aziendalizzazione’ della scuola, con un ‘preside manager’ che toglierebbe, secondo i sindacati, “risorse alla scuola pubblica”.
A Terni e Perugia la scuola è scesa in piazza con manifestazioni spontanee: a Perugia, un corteo partito da Piazza Italia ha attraversato Corso Vannucci per arrivare a Piazza IV Novembre, con 2 striscioni in testa: “No a una riforma che umilia la scuola” e “Per la scuola della Costituzione. No alla cattiva scuola di Renzi e Giannini”.
A Terni invece è stato organizzato un flashmob: insegnanti, studenti, genitori, personale ATA si sono riuniti a Piazza Della Repubblica con palloncini colorati e, al suono della campanella, si sono coperti il volto con un foglio vuoto. “Vuoto come il contenuto della riforma” – spiega l’organizzatrice dell’evento Patrizia Sani. Una campana ha suonato a lutto per circa 5 minuti tra il silenzio generale. Poi il suono della campanella e i palloncini sono tornati a sventolare con le parole chiave della protesta: democrazia, partecipazione, diritto allo studio, uguaglianza, confronto, partrecipazione.
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