Sa.Mi.
La pioggia battente non ferma il corteo né la voglia di farsi sentire dei lavoratori dell' Umbria. La marcia per lo sciopero generale indetto dalle sigle sindacali riunite, questa mattina alle 9.30 si è snodata da Piazza Partigiani fino a Piazza della Repubblica, dove a conclusione degli interventi ha parlato Luigi Angeletti, il segretario generale della Uil. Un quadro nero quello descritto dai rappresentanti dei sindacati.
Vertenza Umbria. Mario Bravi della Cgil dell'Umbria ha parlato di “vertenza Umbria”, un'esigenza per portare sui tavoli nazionali la situazione dei 41 mila disoccupati della regione e dei 13 mila cassintegrati e delle oltre 160 vertenze collettive aperte. “Ricordo quanto sta accadendo all'Ast di Terni e alla Sgl di Narni, ma anche alla Sangemini e alla Merloni. Intendiamo lanciare – ha concluso Bravi – una vertenza Umbria che coinvolga Governo e imprenditori”.
Nel 2014 più disoccupazione. “Siamo qui – queste le prime parole del segretario Angeletti – perchè nonostante quello che dicono i nostri governanti il futuro, soprattutto quello dei lavoratori, non migliorerà. Nel 2014 la disoccupazione aumenterà, anche se il nostro ministro dell'Economia ostenta ottimismo”.
Sulla legge di stabilità. “La legge di stabilità non ci sta bene, perché era l'ultima occasione e non l'abbiamo colta, l'unico effetto che produrrà è stabilizzare la disoccupazione, non creerà lavoro”. Angeletti ha contestato all'esecutivo di non aver adempiuto agli impegni presi. “Con le parole si chiudono le fabbriche, con gli annunci si perdono posti di lavoro mentre la situazione è drammatica”.
Troppe tasse e troppa burocrazia. “Bisogna ridurre le tasse sul lavoro – ha sottolineato Angeletti – Il nostro paese è l'unico al mondo in cui la gran parte dei lavoratori paga più tasse del suo datore di lavoro. Le nostre imprese – ha aggiunto – sono gravate da burocrazia e tasse tra le più alte al mondo, spesso non si trasferiscono per risparmiare sulla manodopera ma perché le regole non sono chiare, i procedimenti burocratici infiniti”.
Pensano solo alle poltrone. Un duro attacco quello di Angeletti al sistema politico “Oggi – ha detto – fuori dai sindacati non c'è nessuno a pensare all'Italia. Le forze politiche sono impegnate 24 ore al giorno su come difendere le loro poltrone. Non si possono perdere un milione e 600mila posti di lavoro – ha concluso – e nemmeno un assessore”. Lo scroscio di applausi sigilla le parole del segretario.
(Foto di Fabio Colosimo)