Sciopero Cgil, a Terni è flop. Pochi lavoratori in piazza per l'articolo 18 e il precariato - Tuttoggi.info

Sciopero Cgil, a Terni è flop. Pochi lavoratori in piazza per l'articolo 18 e il precariato

Redazione

Sciopero Cgil, a Terni è flop. Pochi lavoratori in piazza per l'articolo 18 e il precariato

Ven, 20/04/2012 - 16:21

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Lu. Bi.

Si può parlare di un mezzo flop; lo sciopero della Cgil a Terni non ha riscosso il successo che il mondo sindacale pensava, stando almeno a quanti erano in piazza. Qualche centinaio di persone (2-300) ha aderito alla manifestazione che si è raccolta a Piazza Tacito per poi attraversare Via Mazzini e arrivare a Piazza Valnerina, intorno a mezzogiorno. Davanti al piazzale del bar “Vetturini” c'è stato poi un breve dibattito conclusivo in cui sono stati richiamati i principi a favore dei lavoratori per dire “no ai licenziamenti, no alla precarieta' e conservare i diritti dell'articolo 18”.
Quella che si è svolta a Terni non è stata certo la “Giornata infernale” che Alemanno ha sudato a Roma, con la capitale paralizzata per 4 lunghe ore (a Terni lo sciopero era stato indetto per 8 ore); segno che da un punto di vista territoriale lo sciopero della Cgil Terni non è stato recepito dai lavoratori come fondamentale. Ovviamente le 2 realtà non sono minimamente paragonabili, ma le poche adesioni di Terni sono un dato che deve far riflettere. Anche se, a leggere il comunicato Cgil, giunto nel tardo pomeriggio, al sindacato risulta un'alta percentuale di partecipazione alla manifestazione: “adesioni massicce allo sciopero odierno proclamato dalla Cgil di Terni – scrive Fabrizio Ricci – si sono registrate nelle principali aziende metalmeccaniche della città. Nel gruppo Thyssen l'astensione ha interessato il 90% degli addetti e percentuali molto consistenti si sono registrate anche nell'indotto. Adesione molto alta, intorno all'80%, anche alla Faurecia”. In piazza però pochi lavoratori (da viale Brin ne erano partiti meno di un centinaio). Ma torniamo alla manifestazione.

Il segretario provinciale Lucia Rossi, nell'ambito del dibattito conclusivo, ha dichiarato che “è necessario che il mondo del lavoro, anche nel nostro territorio, faccia sentire la propria voce per dire no ai licenziamenti ed alla precarietà, ma anche per difendere i diritti sanciti dall'articolo 18″.

“La nostra mobilitazione – ha poi aggiunto la Rossi – vuole essere anche un segnale forte nei confronti del Governo su un'altra questione centrale, ovvero l'esigenza di mettere in atto finalmente misure che possano favorire la ripresa economica e industriale. Un territorio come il nostro non può più attendere. Servono subito un piano per il lavoro e una politica industriale che permettano la creazione di nuova occupazione, in particolare per i giovani e per le donne, e che facciano ripartire il ciclo economico”.
Anche il segretario regionale, Mario Bravi, è salito sul palco degli oratori per un breve intervento che ha sostanzialmente ribadito le parole di Lucia Rossi, per poi attaccare le manovre di stampo liberista del Governo: “I dati sono drammatici: nel primo trimestre 2012 il numero dei cassaintegrati è aumentato del 57%, con ormai 30mila lavoratori coinvolti, l'aumento più cospicuo dal 2008 – prosegue Bravi – segno evidente che le politiche di austerità, insieme all'attacco ai salari e pensioni, stanno portando il paese verso il baratro”.

© Riproduzione riservata

(Aggiornato alle 22.20)


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