Assisi

Sciopero alla Mignini & Petrini, l’azienda replica “Non è il momento di forzature e polemiche”

Sull’esternalizzazione dello sfuso alla “Mignini & Petrini”, che ha portato allo sciopero dei lavoratori, interviene oggi l’azienda. Che, dopo le polemiche, vuole precisare alcuni aspetti.

L’azienda di Petrignano sottolinea che, ciò che viene definito esternalizzazione, in realtà consiste nell’affidamento di operazioni di carico su camion di prodotti sfusi a personale dell’azienda di servizi, la quale già da anni opera nello stabilimento occupandosi dell’attività di carico dei sacchi sui camion. Tale affidamento non comporta alcuna penalizzazione economica dei collaboratori diretti della Mignini&Petrini, né un impoverimento della base occupazionale diretta, generando al contempo opportunità di lavoro tutelato e retribuito assolutamente in linea con quelli di cui gode l’organico in essere.  

Le decisioni adottate, conformi sotto il profilo contrattuale e normativo, sono ispirate alla ricerca di efficienza e flessibilità dei processi, all’organizzazione della produzione in un contesto di forte competizione, oggi reso ancor più incerto e difficile dallo stato di emergenza sanitaria. L’azienda, infatti, si trova a lavorare in uno scenario la cui evoluzione è imprevedibile e senza confronti con il passato.

L’esigenza è nata anche per effetto delle disposizioni normative relative all’emergenza sanitaria, che hanno determinato un forte incremento dei congedi parentali e permessi ex legge 104/92 e una contrazione della disponibilità di ore di lavoro effettivo, insufficiente a soddisfare il fabbisogno richiesto dall’esecuzione delle attività necessarie. Di fatto, quindi, l’azienda sta oggi lavorando a organico invariato, ma a capacità ridotta.

L’azienda è fortemente impegnata per assicurare il rispetto delle norme sanitarie e la sicurezza dei collaboratori, conciliandole con le esigenze operative e di competitività. Il contesto in cui l’azienda si trova ad operare è del tutto straordinario e richiede il contributo costruttivo dell’intera comunità aziendale. Non è il momento di forzature, polemiche e atteggiamenti ispirati a rigidità ideologica e difesa di un’immobilità che, nel lungo periodo, penalizzerebbe proprio il sito produttivo di Petrignano, geograficamente lontano dai mercati di riferimento, rendendone le produzioni economicamente non più competitive.