Un’espressione artistica che si esprime attraverso, almeno, tre forme di gioco. Quello con cui l’artista, Costanza Calisti, si diverte a ricomporre materiali, oggetti, figure, parole, riempiendo spazi che restano comunque i protagonisti dei collages racchiusi al proprio interno. E quello di chi osserva le opere, cercando il filo logico e tematico che lega quegli elementi. A volte suggerito. Altre volte, la fantasia di chi osserva porta ad assegnare personali significati a quei collages, fornendone una lettura diversa a quella dell’artista. Giochi che, ovviamente, a seconda del messaggio possono approdare a un risultato ludico o impegnato. Comunque mai banale.
Infine, c’è il gioco a cui sembrano partecipare gli stessi elementi, quasi a rincorrersi, sfiorarsi, sovrapporsi negli spazi che delimitano i collages, come in un vortice che dà loro nuova vita.
E poi c’è l’aspetto meramente estetico, non certo secondario nelle arti visive. Con quegli abbinamenti che, al di là del messaggio simbolico, attirano per la singolarità o la bellezza delle forme a cui, riassemblati, quelli oggetti, materiali, immagini, parole, figure, danno vita nella loro nuova forma.
“Scartabellando” è il nome che Costanza Calisti ha voluto dare alla sua mostra di collages rimasta in allestimento fino al 18 luglio nello Spazio espositivo Umbrò (in via Oberdan a Perugia). Una rassegna che, per la sua particolarità, ha incuriosito i visitatori. Che hanno poi avuto modo di conoscere altre opere di Costanza Calisti, alcune anche esposte nell’ambito della Bibart 2021, la Biennale d’arte di Bari.