Categorie: Politiche 2013 Umbria | Italia | Mondo

Scandalo Primarie, lo spettro del voto di scambio – Video Tuttoggi.info – Ecco dove

Carlo Ceraso e Sara Cipriani
E’ più che una ipotesi che le Primarie andate in scena oggi possano essere state inficiate da un voto di scambio fra candidati appartenenti ai due Partiti in corsa, Pd e Sel. Di sicuro qualche seggio elettorale non ha rispettato le precise direttive impartite dalle rispettive segreterie politiche che imponevano il divieto di far votare in un seggio poniamo del piddì, chi aveva già espresso una preferenza in quello di Sel (e viceversa).
L’allarme era già scattato la scorsa settimana quando l’ipotesi del grande inciucio era arrivata all’orecchio di esponenti politici e degli stessi candidati dei due schieramenti.
La segreteria regionale di Sel, a quanto è dato sapere, aveva subito contattato i colleghi del piddì annunciando di voler avere copia dei nomi degli elettori che si sarebbero presentati ai loro seggi al fine di incrociarli con i propri. Un modo per spazzar via ogni dubbio sull’esito del voto.
I democratici, dal canto loro, avevano dato precise direttive ai seggi di tutta l’Umbria di non far votare chi dichiarava di aver già votato per l’altro schieramento del centrosinistra.
I sospetti si erano concentrati soprattutto sulla città della quintana, città che per questa tornata elettorale schierava due esponenti di spicco della giunta Mismetti, gli assessori Flagiello in quota piddì e Piccolotti di Sel.
Non c’è alcuna prova, diciamolo subito, che i due possano essersi per così dire ’scambiati’ l’elettorato, ma quando in tarda mattinata è giunta la voce che a Foligno c’era chi aveva votato in entrambi i seggi, il sospetto è diventato una mezza verità. Mezza, sia chiaro. Mentre dal resto dell’Umbria – dalla piccola Vallo di Nera fino a Perugia – giungevano notizie di elettori cui è stato proibito di praticare il doppio voto.
L’allarme di Mismetti – venerdì sera era stato lo stesso sindaco di Foligno, Nando Mismetti, ad allertare la segreteria regionale circa strani movimenti registrati nella sua città. “Movimenti contrari alle direttive del partito” dicono a mezza bocca da piazza della Repubblica, sede del partito democratico “fatti di messaggi equivoci che imponevano di fare subito chiarezza. Mismetti che è persona leale lo ha subito denunciato perché non condivide questo modo di fare”.
I regolamenti – d’altra parte i documenti scritti a corredo della votazione sono inequivocabili. La scheda sottoposta agli elettori del partito di Bersani richiama il Regolamento approvato il 17 dicembre dalla direzione nazionale. Leggiamo: “…per esercitare il diritto di voto ciascun/a elettore/rice deve dichiararsi elettrice/ore del Pd e sottoscrivere un pubblico appello per il voto del Pd”. Ancor più esplicita l’indicazione apposta direttamente sulle schede elettorali preparate dalla segreteria di Vendola: “Io sottoscritto/a dichiaro che alle prossime elezioni politiche del 2013 voterò le liste di SEL e volendo partecipare alle Primario SEL dichiaro di accettare il Regolamento approvato il 22 dicembre 2012”. Insomma, per quanto regole scritte all’ultimo momento, appare difficile credere che presidenti di seggio e scrutatori non ne fossero a conoscenza. Ma così è, come testimonia il video girato nelle sedi di 4 seggi elettorali suddivisi equamente fra Spoleto e Foligno, prese a campione per questa inchiesta.
A Villa Redenta – decidiamo così di partire alla volta dei seggi elettorali armati di telecamerina e di un tagliando della ricevuta di 2€ versati nella tornata del 29 novembre scorso. La prima tappa è a Villa Redenta, a Spoleto. All’ingresso della Sala Monterosso c’è il segretario cittadino del Pd Andrea Bartocci. “Allora sei venuto a votare” ci dice con il sorriso sulle labbra. “Sì, non c’è nessun problema se ho già votato per Sel, vero?”. Il volto dell’esponente bersaniano cambia all’istante: “visto che lo dichiari mi dispiace ma qui non puoi votare”. Proviamo ad insistere, arriva anche la consigliera comunale Daniela Tosti ma i due sono irremovibili.
Verso Foligno – puntiamo la macchina verso la città della quintana, quella tanto chiacchierata nelle ultime ore. La prima tappa è al Dopolavoro ferroviario dove sventola la bandiera di Sel. Saliamo al primo piano. Due anziani stanno votando. Ci avviciniamo al banchetto, tenendo bene in vista il talloncino delle Primarie. “Volevamo votare per Sel, ma abbiamo già votato per il Pd, possiamo votare?”. La ragazza risponde all’istante: “si, potete votare, che problema c’è”. IL collega che le è vicino prende subito la scheda e fa per darcela. Usciamo con uno stratagemma: “sa abbiamo una persona in macchina che non può fare le scale”. “Ma scendiamo noi per farla votare, qui non c’è l’ascensore” dice con fare garbato ma deciso lo scrutatore. “Guardi, abbiamo l’auto dall’altra parte della strada, il tempo di venire qui sotto e la contattiamo…”.
A Sterpete – ci spostiamo di pochi chilometri puntando sulla sezione Pd di Sterpete. “Vengo dal Dlf di Sel dove ho votato, posso votare anche qui?”. “Sì certo” risponde uno dei responsabili del seggio che aggiunge una frase senza senso “basta che è iscritto al piddì”. Facciamo finta di niente. “Ma lei dove abita?” ci chiede un altro. La buttiamo là: “A Borroni”. “Allora mi spiace, dovete andare al seggio di Corvia”. Ce n’è abbastanza per pensare male.
Ancora a Spoleto – decidiamo di mettere alla prova anche un seggio di Sel dello spoletino. Torniamo così nella città del festival e raggiungiamo la sede di via Concordia dove a dirigere le operazioni di voto è la segretaria intercomunale Alessandra Massari. L’approccio è lo stesso dei precedenti tre seggi. “Mi spiace ma se ha già votato per i democratici qui non può votare, c’è un regolamento che parla chiaro e poi il partito controllerà i voti, dunque chi pensa di fare il furbo rischia di essere scoperto”.
Voto a rischio? La piccola inchiesta finisce con Spoleto promossa a pieni voti (anche se c’è sempre il sospetto di chi, evitando di dichiarare la verità, possa aver votato nei seggi dei due schieramenti) e Foligno, quanto meno “svogliata” nel rispettare le regole dettate dalle due segreterie. Difficile quindi immaginare cosa succederà domani, anche se appare evidente che Pd e Sel saranno quanto meno costretti ad affrontare la vicenda. Per la cronaca, quando ormai è finito lo spoglio in tutta la regione, Foligno sta festeggiando a metà: Flagiello, nonostante il buon risultato, rischia di non entrare neanche nella lista per le Politiche. Poco male per il Pd cittadino che vedrà quale capolista la concittadina Marina Sereni. Brinda invece Elisabetta Piccolotti, giunta prima fra tutti i candidati di Sel e che ha praticamente guadagnato la nomina a capolista per la Camera. “Sono prima …intorno a me c'è aria di festa questa sera. È giusto così, non è una mia vittoria personale, ma il risultato della passione politica di tanti e tante con cui ho passato spalla a spalla questi anni. Grazie a tutti e tutte!” ha scritto poco fa sul proprio profilo facebook l’assessora con tanto di foto che immortala il brindisi con l’elettorato.

A dire però l’ultima parola a questo punto sarà la segreteria di Vendola.
© Riproduzione riservata