Quello che trapela in merito alla ricostruzione della vicenda che vede il professor Antonino Appignani agli arresti domiciliari indagato per il reato di concussione è che a denunciarlo ai carabinieri, circa un anno fa, è stato un ricercatore suo collaboratore. Al centro della vicenda una convenzione con la quale il ricercatore, attraverso un progetto che coinvolgeva l’Università di Perugia e l’ateneo di Salerno, era in forze all’Università. Ma nel quadro degli investigatori (l’inchiesta è dei carabinieri di Assisi guidati da Marco Vetrulli) Appignani ha chiesto ‘la mazzetta’ per garantire quel posto di lavoro.
Qualche migliaia di euro, che gli stessi carabinieri, con l’aiuto della vittima della concussione, hanno fotocopiato e “segnato” prima di consegnare al professore. I militari avrebbero anche raccolto una serie di elementi tra cui file e conversazioni. Tutto questo prima che, ieri mattina, il ricercatore consegnasse la “mazzetta pattuita” ad Appignani. Lo scambio sarebbe dunque avvenuto dentro un ascensore del Santa Maria della Misericordia con il metodo dei “soldi nascosti dentro il giornale”.
E a quanto si apprende Appignani, portato via da carabinieri in borghese che lo hanno dunque colto in flagranza di reato, prima ancora che la misura cautelare gli venisse notificata diventando definitiva (almeno fino alla convalida davanti al giudice), ha anche risposto ad alcune telefonate, negando l’esistenza di ogni azione giudiziaria nei suoi confronti. Pochi minuti dopo, infatti, la facoltà di comunicare liberamente al cellulare gli sarebbe stata negata. Lunedì mattina il pediatra comparirà davanti al giudice per la convalida.
“Prosegue regolarmente l’attività della clinica chirurgica pediatrica dell’ospedale di Perugia”. Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Emilio Duca spiega che sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione per assicurare che l’assistenza si svolga regolarmente. A coordinare il lavoro è ora il dottor Mirko Bertozzi, vice di Appignani. Lunedì intanto l’Università di Perugia valuterà la posizione del chirurgo per eventuali provvedimenti.
Solo qualche brontolio, a mezza bocca. “Tutti sapevano, ma nessuno parlava”. Come a dire, aveva la spalle coperte: “Fosse stato un infermiere lo avrebbero distrutto, invece è un medico legato al PD e quindi tutti zitti”.
E non passa inosservato il ‘silenzio stampa’ della politica, opposizione compresa. Nulla. Sembra che tutti si stiano aggrappando all’aspetto di cronaca dell’evento, cercando di smuovere le acque il meno possibile.
Ma c’è chi, tra i corridoi del policlinico, pensa che Prof sia stato ‘incastrato’, che in qualche modo si stia muovendo qualcosa nell’immutabile sistema dei ‘baroni’. Rispondono anche voci dai corridoi del Rettorato, per cui con quest’ultima ‘incresciosa’ vicenda, la misura si sarebbe colmata per la difficile gestione Moriconi. Il Rettore sarebbe stanco e vorrebbe lasciare.
(Modificato il 21-05)
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Tangenti sanità, fermato noto professore pediatra
Credit foto di copertina: Ospedale di Perugia