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“Scale di Porta Romana”, il lento declino del Centro commerciale di Foligno.

(F.M.) – Con i loro quasi 20 anni di vita, le Scale di Porta Romana rappresentano il primo esempio di Centro commerciale nel folignate. Un tentativo, che a giudicarlo oggi, sembra fallito. L’aria che si respira entrandoci è quella della smobilitazione dopo una calamità. Anche se la crisi che attanaglia il Paese è a tutti gli effetti una calamità. I corridoi sono deserti e il bianco del pavimento ne amplifica la desolazione; una immagine che stride con il ricordo dei primi anni di vita del complesso, quando era considerato – specie in inverno – come la prosecuzione naturale delle passeggiate a Corso Cavour (meglio note come corsate). Le vetrine, allora, erano piene e offrivano le più svariate offerte commerciali, con il sottostante parcheggio sotterraneo spesso completo con tanto di code di auto in attesa che si liberasse qualche posto. Oggi al piano terra le vetrine occupate da attività commerciali si contano sulle dita di una mano: in tutte le altre vetrine si alternano cartelli “Affittasi” ad annunci di “Vendesi”. Al primo piano la situazione è addirittura peggiore; al secondo piano invece l’accesso è regolato da un cancello, che non è certo un buon segno.

Al livello sotterraneo continua a funzionare il parcheggio, anche se non con la stessa affluenza di un tempo. Va detto che l’ala inaccessibile ai passanti offre uffici, appartamenti e parcheggi privati, il cui utilizzo non è altrettanto facilmente verificabile.
Il perché si stia assistendo a questa sorta di “fuga” da un complesso che, a dispetto dell'età risulta in buono stato, è spiegato da quegli stessi commercianti ancora attivi. La crisi è evidentemente uno dei fattori da tenere in considerazione. Ma nascondersi dietro l’abusato termine “crisi”, che ormai sembra giustificare ogni chiusura o fallimento, risulta troppo semplificativo e fuorviante. A pochi passi infatti, lungo il suddetto Corso Cavour, le vetrine sono tutte occupate e dalle più svariate attività commerciali. Ascoltando gli “storici” esercenti de Le Scale, la maggior parte dei quali impegnati nel settore alimentare, si scoprono aspetti non meno importanti.
Tra questi c'è l’apertura di un altro grande parcheggio in zona Porta Romana che ha portato via una parte della clientela che in precedenza, dopo aver lasciato l’auto al parcheggio delle “Scale”, doveva inevitabilmente attraversare il lungo corridoio circondato da ambo i lati dai negozi.
Un altro elemento è collegato agli orari obbligati di apertura, oltre i quali era necessaria una richiesta ai proprietari da approvare sia per variazioni orarie ore che giornaliere (come ad esempio per i giorni festivi). Anche i costi di condomino sono spesso ritenuti eccessivi.
Su tutto comunque, a detta dei più, ha influito l’assenza di un’attività che facesse da traino a tutti i “vicini”, che garantisse cioè una affluenza costante per l’acquisto di beni di prima necessità, che instaurasse le condizioni ottimali per la nascita di un circolo virtuoso per tutti: ovviamente il primo pensiero va ad un supermercato. È troppo tardi?
Lo scorso anno, nel periodo natalizio, in alcune delle vetrine da tempo rimaste vuote, sono state allestite esposizioni temporanee che hanno allietato la vista e stimolato la curiosità dai passanti. Per quest’anno sembra difficile che tale iniziativa o un'altra, come l’utilizzo in favore del mercatino natalizio, magari con l’appoggio del Comune, possa andare in porto: è saltato infatti l'accordo fra i proprietari dello stabile e l'associazione commercianti.
In sostanza restano al giorno d’oggi pochi esercenti scontenti e incerti sulle prospettive future, la cui tenacia e forza di volontà dovrebbero essere gratificate con un’opera di rivalutazione della struttura. Alle istituzioni trovare le soluzioni più opportune. Prima che quello che un tempo era un colorato corridoio, si trasformi in uno spazio fantasma.

Fabio Muzzi

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