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Supermercati svuotati come nel marzo del 2020 | La sindrome del “Si salvi chi può”

Né la bigliettaia né i passeggeri si stupirono della cosa più importante: non del fatto che il gatto fosse salito sul tram ma che intendesse pagare! – Il Maestro e Margherita

Del capolavoro letterario di Michail Bulgakov ancora oggi ne apprezziamo il surrealismo delle vicende narrate e di quanto il folklore, l’ironia e il paradosso possano in molti casi descrivere e favoleggiare un determinato periodo storico.

Ecco, esattamente un lasso di tempo che in ogni epoca sia conveniente ricordare o raccontare.

Ciò premesso pare evidente sottolineare di come, nella nostra era, quella del tam tam mediatico da social network e delle informazioni rapide ricavate dai link più disparati che arrancano in giro nella rete in cerca di click facili grazie a titoloni inutili, basti davvero poco per farci annaspare in tutta la nostra fragilità di internauti.

Sabato le prime scorte

Pronti via e ci ritroviamo all’inizio dello scorso weekend con centinaia di post su Facebook, messaggini Telegram (sembra sia lo strumento più amato per la diffusione di “notizie shock”), e mini video della conferenza del Presidente del Consiglio Draghi in cui si mescolavano probabili scioperi degli autotrasportatori per il rincaro dei carburanti e le difficoltà (sicure a detta degli utenti della condivisione facile) di approvvigionamento delle materie prime dovute alla guerra in Ucraina.

Ecco che quindi ci siamo fatti (come al solito) cavalcare da paure e timori verso il mal comune, mezzo gaudio, che ben presto si è trasformato nel più classico dei mors tua, vita mea dove l’incertezza e l’insicurezza del momento non sono importanti se abbiamo il sostegno della condivisione, ma al tempo stesso si salvi chi può e speriamo che non tocchi a noi.

La risultante è inutile raccontarla e scriverla, crediamo che anche voi vi siate accorti dei carrelli della spesa imbottiti all’inverosimile nei giorni scorsi.

Comunicazione e il “dramma” delle penne lisce

Non stiamo certo dicendo che non ci potrebbero essere disagi nei supermercati in situazioni come sciopero dei mezzi pesanti o crisi geopolitiche legate a un conflitto come quello in corso; tentiamo solo di riportare l’attenzione su quanto possa essere vulnerabile una società che prende sul serio la comunicazione fai da te del vicino telematico.

Il momento è tremendamente complicato, oggi, per abbandonarsi a simili razzie, come quando nel marzo del 2020 ci trovammo ad affrontare l’inizio della crisi pandemica.

Anche lì si optò per lo svuotamento degli scaffali della pasta (vennero lasciate solo le penne lisce: qualcuno inizi a farsi due domande) e, dopo due anni, possiamo dire con certezza che quello del mangiare non fu di certo un gran problema.

Come allora anche oggi non abbiamo grandi punti saldi a cui far riferimento, ma problemi differenti che necessiteranno di interventi dissimili; nel caso più complicato e nello scenario più brutto possibile, sicuramente verremo informati ufficialmente e sempre in maniera consona si saprà come comportarsi.

Il Brent che inizia a scendere

Si consideri che il petrolio brent, per fare un rapido esempio, nella seduta di ieri (15/03/22) ha chiuso sotto la soglia psicologica dei 100$ dopo che pochi giorni fa il prezzo del barile si aggirava intorno ai 131$.

Questo per dire che la situazione è in divenire e le soluzioni potrebbero anche essere più immediate di quanto ci si aspetti dopo che anche il ministro Cingolani si è espresso perentoriamente a sfavore dell’improvviso e immotivato aumento del prezzo del greggio alla pompa di rifornimento.

L’unica certezza, dunque, sembra rimanere questa: non vi sarà nessun messaggino WhatsApp che ci indicherà la via maestra e che conceda l’onere e l’onore a qualcuno di salvare la nazione per primo.