Fumata nerissima per il futuro della Saxa Gres. Durante l’ultimo incontro a Roma, tenutosi l’11 dicembre al Ministero delle Imprese e Made in Italy, infatti, il fondo inglese Continental – che avrebbe dovuto presentare un piano di investimento per rilanciare il gruppo – non si è presentato al tavolo con Regione, Comune e sindacati.
Gli inglesi, nel giorno in cui di fatto era attesa la chiusura della trattativa, hanno fatto anche sapere all’azienda di Francesco Borromeo – di cui fanno parte la ex Tagina di Gualdo Tadino e gli altri stabilimenti laziali di Anagni e Roccasecca – l’intenzione di non chiudere quell’accordo annunciato da mesi, che avrebbe ridato speranza e soprattutto liquidità.
Ma al peggio non c’è mai fine. In una situazione così incerta, infatti, anche Invitalia (Agenzia nazionale per lo sviluppo delle imprese) ha annunciato la revoca degli aiuti promessi per il rilancio gruppo.
In attesa che il Ministero possa trovare una soluzione ora non resta che attendere il 31 gennaio prossimo, quando l’assemblea degli obbligazionisti sarà chiamata ad “un piano B”, studiando un progetto di rilancio con un altro soggetto industriale per salvare la ex Tagina e i suoi lavoratori. In caso contrario si farebbe molto concreto lo spettro della chiusura dell’attività.
La Saxa Gres di Gualdo Tadino, al momento, conta circa 100 dipendenti, per i quali gli ammortizzatori sociali sarebbero garantiti fino a marzo 2026. Più complicata la situazione per gli stabilimenti laziali, che contano complessivamente oltre 300 lavoratori.