“Fly Volare ha assicurato la restituzione dei 500mila euro” a Sase, società che gestisce l’aeroporto umbro San Francesco di Assisi. E’ questo quanto emerso durante l’audizione in Commissione in Regione Umbria questa mattina, convocata dal consigliere Squarta (FdI), Ricci (Rp), Carbonari (M5S), Fiorini e Mancini (Ln) dopo la vicenda della compagnia maltese (con soci italiani) che, lo scorso agosto, ha prima dichiarato di voler istituire 9 voli dallo scalo umbro per poi vedersi smentita dall’Autorità Nazionale in considerazione di licenza e Coa mancanti.
Fly Volare, si ricorderà, aveva richiesto a Sase una “caparra confirmatoria” che gli sarebbe stata riconosciuta se avessero rispettato quanto previsto. Ma dopo tre mesi, alla luce del non rispetto di quanto stabilito, Sase ha fatto recapitare la lettera di disdetta ed ora i 500mila euro dovrebbero essere restituiti.
Sul piatto però c’è anche un’altra ipotesi, sempre in base a quanto riferito dai vertici Sase questa mattina: “hanno anche prospettato la possibilità di acquistare una licenza in Italia e rapportarsi con Enac per le necessarie autorizzazioni“. All’audizione questa mattina hanno preso parte anche Sviluppumbria (socio al 35,96 per cento per conto della Regione) con il direttore Mauro Agostini ed il dirigente regionale Diego Zurli.
Al momento, dunque, la situazione con Fly Volare sembra ancora permanere in una situazione di stallo, con la necessità da parte dei vertici Sase di far decollare l’hub umbro, anche grazie ad una compagnia che ne faccia la base principale per i propri voli. Ci sarebbero inoltre i termini per la stessa Sase, in base a quanto previsto dal contratto e a quanto riferito dallo stesso Squarta a TuttOggi, di chiedere il doppio del risarcimento rispetto ai 500mila euro. Eppure la sensazione generale, al termine dell’audizione, è che Sase, dopo la scadenza dei termini per la presentazione della documentazione necessaria, darà altro tempo a Fly Volare per regolarizzare la sua posizione.
Il presidente di Sase, Ernesto Cesaretti, ha infatti detto che “abbiamo speranza che nel prossimo consiglio di amministrazione possiamo decidere se stoppare l’accordo oppure continuare a gestirlo perché siamo convinti che sono a buon punto per disporre delle licenze necessarie e mantenere dunque l’accordo. Con un aereo di base si aprirebbero importanti percorsi per nuovi investimenti. Abbiamo avuto contatti con una società spagnola per aprire un tratta con Barcellona. C’è inoltre l’impegno da parte di Ryanair di aprire la tratta con Francoforte. Per altre soluzioni abbiamo preso contatti anche con Lufthansa”.
Nonostante questa vicenda, per la prima volta, con la semestrale 2017, l’aeroporto presenterà un bilancio positivo. “Abbiamo avuto un incremento del 16-20 per cento di passeggeri rispetto al 2016, arrivando a circa 250 mila, un numero che sostanzialmente ne permette il mantenimento e la sussistenza”, ha precisato Cesaretti. L’accordo sottoscritto tra Sviluppumbria e Regione Umbria prevedeva, per tre anni, il versamento di un milione di euro all’anno, ciascuno, per investimenti mirati alla crescita. Il Consiglio di amministrazione è stato rinnovato e portato a cinque componenti (“per un più ampio confronto”) e si è deciso di investire su aziende che potevano garantire la presenza di un aereo fisso, di base su Perugia, perché questo avrebbe significato portare ulteriori, circa, 100mila passeggeri sul territorio. Ecco il perché dell’arrivo della proposta di Fly Volare.
Nella sua relazione, Mauro Agostini ha spiegato, come già fatto durante l’ultima conferenza stampa in aeroporto, che l’aeroporto, nel 2013, perdeva 1milione 529mila euro ed aveva 215mila passeggeri. È stato quindi messo in campo un piano di risanamento con l’obiettivo di coprire i costi di gestione e che sta dando risultati particolarmente significativi. Nel 2014 l’aeroporto ha perso 1milione 176mila euro, nel 2015 ha perso 845mila euro, nel 2016 ha chiuso con meno 320mila euro, nella semestrale 2017 chiude positivamente con 59mila 349 euro. La pre-chiusura del 2017 consegna un’ipotesi di sostanziale pareggio. Oggi l’aeroporto non ha debiti ed ha raggiunto il punto di equilibrio con 250mila passeggeri. Con questa situazione economico-finanziaria e portando a termine la messa a punto di nuove tratte, arricchendo quindi l’offerta, è possibile creare una nuova potenziale attenzione per investimenti privati.
Infine, con Fly Marche l’intenzione era quella di organizzare viaggi per il mare (Olbia, Croazia ed Isola d’Elba). “Hanno provato a scrivere un contratto – dicono da Sase – che non abbiamo mai preso in considerazione. Il nostro Cda – ha spiegato Cesaretti – ha deciso di mettere a disposizione 10mila euro a fine stagione nel caso avesse funzionato tutto al meglio. Da tenere presente che l’aeroporto non c’entrava nulla tant’è che gli stessi biglietti li gestivano direttamente in quanto tour operator. L’aeroporto perugino non ha mai avuto alcuna responsabilità”.
Nelle reazioni all’audizione, Marco Squarta (FdI) non si è ritenuto soddisfatto rispetto a quanto emerso trattandosi di “soldi pubblici”, mente il consigliere Claudio Ricci (Rp) ha dichiarato che “Sase ha avuto una condotta imprudente versando la caparra confirmatoria di 500mila euro. Essendo risorse pubbliche ho inoltrato, da qualche settimana, alla Procura regionale della Corte Dei Conti, la ‘segnalazione’ affinché verifichi la situazione. Se tutto fosse confermato sarebbero un atto dovuto le dimissioni dei responsabili SASE e dei responsabili politico istituzionali della Regione Umbria”. Per Giacomo Leonelli (PD), “l’audizione dei vertici Sase di stamani in Seconda commissione è servita a chiarire i ‘gialli dell’estate’ riguardo all’Aeroporto Internazionale dell’Umbria San Francesco di Assisi e, auspicabilmente, a fissare dei paletti condivisi per il suo futuro sviluppo”.
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