La comunità ecclesiastica (e non solo) di Gubbio ha ricordato oggi la “bambina dei miracoli” Sara Mariucci, a 14 anni esatti di distanza dalla sua tragica morte avvenuta in Calabria.
Una scomparsa accidentale e prematura che, col tempo, e dopo molti eventi particolari e guarigioni miracolose, ha fatto nascere e crescere un’importante devozione intorno alla bimba e alla Madonna Morena, citata dalla piccola il giorno prima dell a morte.
All’esterno della Chiesa di San Martino in Colle, a fianco della quale sono custoditi i resti mortali della piccola, la messa è stata celebrata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini, davanti ad una vasta platea di fedeli rigorosamente distanziati nel rispetto delle norme anti Covid.
“Siamo qui per ricordare una bambina che non c’è più. – ha esordito mamma Anna prima della celebrazione – Sara ci ha indicato e ci sta indicando tuttora dove andare. Ci dice di guardare verso il cielo: qualcuno ha spalancato le sue porte per noi e ci aspetta lassù. La nostra vita ha un senso se la viviamo a partire dal Padre Nostro, che ogni giorno ci accompagna, ci porge la mano, ci dice di non mollare e di aspettarlo lassù, a partire dalla vita eterna che possiamo vivere quaggiù, pesante ma piena. E’ così che il Signore ha cambiato il nostro lutto in gioia, una gioia che non viene dalle nostre vicende ma dal portare nel cuore questo cielo. Perciò spalanchiamo gli occhi e guardiamo verso l’alto. Ringrazio Dio per il dono di Sara, per avercela donata per quasi 4 anni in questa vita e avercela poi ridonata in un altro modo. Non sei mai andata via in questi anni…Ma sei sempre rimasta qui con noi“.
“La vita non si misura da quello che ci accade – ha detto nella sua omelia il vescovo Luciano Paolucci Bedini – E’ il Signore che ci custodisce come un pastore fa col suo gregge. L’unica cosa che conta nella vita è la fede in Dio, che non esclude nessuno, nemmeno la donna non credente in Mt 25, 21-28 che ha avuto fede in Gesù nonostante esso avesse inizialmente negato il suo aiuto. La morte prematura di Sara non significa che essa sia stata ignorata, Dio non ha preferenze. Nelle situazioni di sofferenza e di lutto tutte le vite sono custodite per sempre da Dio. Quindi anche una tragedia come quella di Sara può insegnarci a vivere. La nostra vita non è in balia del destino né in mano nostra ma nelle mani di Dio. Ecco perché bisogna chiedere al Signore il dono della fede“.
La messa si infine conclusa con la preghiera ispirata dalla piccola Sara Mariucci e dedicata alla Vergine Morena di Copacabana (città della Bolivia dove viene venerata):
Mamma, con questo dolce nome Gesù morente
ti ha consegnato a noi,
discepoli del figlio tuo e figli tuoi.
Nel corso dei secoli sei stata chiamata con nomi diversi.
Alla piccola Sara ti sei rivelata con il nome di “Morena”.
Così ti invocano i fedeli della Bolivia
che vengono a pregare davanti alla tua immagine
nel Santuario di Copacabana.Anche in questa chiesa di San Martino in Colle
mani devote hanno voluto collocare quell’immagine
per ricordare la nostra sorellina Sara
che tu hai portato con te in Paradiso.
Madre,
con fiducia filiale deponiamo la nostra preghiera
sulle mani innocenti della piccola Sara
perchè sia lei ad offrirtela,
affinchè tu la presenti al Figlio tuo e
Signore nostro Gesù,
che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen