Come ieri Emilio Duca, anche Maurizio Valorosi e Gianpiero Bocci questa mattina si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al giudice delle indagini preliminari nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia per l’inchiesta Sanitopoli che li vede indagati a vario titolo e da una settimana agli arresti domiciliari.
Ha risposto invece alle domande del gip l’ex assessore regionale alla Sanità Luca Barberini, affiancato dall’avvocato David Brunelli (che difende anche Valorosi e Bocci), circostanziando la telefonata tra lui e l’ex direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera di Perugia Valorosi che compare nella richiesta di misure cautelari della Procura. Un dialogo relativo al 13 febbraio 2018 su cui ha voluto fare chiarezza Barberini, dichiarandosi estraneo a raccomandazioni e concorsi pilotati.
Al termine dell’interrogatorio di garanzia, l’avvocato Brunelli ha chiesto la revoca dei domiciliari o, in subordine, la sostituzione degli arresti con una misura meno afflittiva. Richiesta accolta dal giudice, con Luca Barberini che dopo una settimana è tornato libero. A far venir meno le esigenze cautelari anche il fatto che l’assessore regionale si è dimesso.
Nel pomeriggio arriva la nota dell’ex assessore regionale alla sanità, che spiega: “Oggi ho avuto modo di chiarire la mia posizione, ho sempre avuto grande fiducia nella magistratura e sono certo che verrà presto accertata la mia totale estraneità ai fatti contestati.
Nella mia vita, come persona e come professionista, – evidenzia Luca Barberini – ho sempre praticato valori come il rispetto, l’onestà, l’equità, la giustizia. In politica ho fatto altrettanto, svolgendo il mio ruolo di consigliere e assessore regionale sempre con grande passione e spirito di servizio, mettendo al centro di tutto il bene della nostra comunità regionale. In questi ultimi anni, ho lavorato tanto per contribuire ad assicurare servizi sanitari e sociali di qualità, con risultati positivi che ci vengono riconosciuti al livello nazionale. E anche oggi mi preme ribadire ai cittadini umbri che la sanità umbra funziona bene e continuerà a funzionare bene, vanta strutture e professionisti di grande qualità ed è riconosciuta come riferimento in Italia per la qualità e l’efficienza dei servizi.
Per me sono stati giorni difficili, ma sono sempre stato sereno e fiducioso. Ringrazio le tante persone che mi sono state vicine e che mi hanno dato la forza per affrontare questo momento particolare”.
La gestione degli interrogatori nella giornata odierna ha provocato una presa di posizione da parte dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e dell’Associazione stampa umbra, che contestano l’impossibilità per i giornalisti di avvicinarsi a Bocci e Barberini, al contrario di quanto avvenuto con tutti gli altri indagati ascoltati dal gip del Tribunale di Perugia in questi giorni.
“Sembra rappresentare una sorta di schiaffo alla Costituzione il limite indirettamente imposto ai giornalisti, nelle giornate del 18 e 19 aprile, all’ingresso della sede della Giustizia perugina al cui interno vengono interrogati gli indagati nell’ambito della recente inchiesta sulla sanità.
La Carta fondamentale della nostra Repubblica, infatti, garantisce a tutti i cittadini il diritto di essere informati e altresì tutela la libertà personale del singolo, anche quella del giornalista regolarmente inquadrato negli Albi della professione e che svolge correttamente il proprio mestiere, a muoversi all’interno di spazi pubblici.
Spiace evidenziare, inoltre, come tale sbarramento non sia venuto in essere in occasione di altri interrogatori nell’ambito della medesima inchiesta, quasi a voler rappresentare l’esistenza di indagati di Serie A e indagati di Serie B, peraltri trattati diversamente anche per quanto attiene all’ingresso, e quindi all’esposizione mediatica, all’interno delle sedi della giustizia.
Continueremo, da giornalisti, a occuparci dell’inchiesta in questione come di ogni altra vicenda del nostro territorio, sperando in una concreta collaborazione da parte di tutte le altre forze istituzionali, nel segno del rispetto reciproco.
Qualora il limite attualmente imposto non dovesse essere rimosso al più presto, tornando così a favorire il regolare svolgimento dell’attività giornalistica in Umbria, provvederemo ad avviare, insieme agli Organismi nazionali dell’Ordine e del sindacato, un’iniziativa di sensibilizzazione per l’accreditamento concreto ed effettivo della nostra professione.
Roberto Conticelli (presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria) – Marco Baruffi (Associazione Stampa Umbra)”.
(ultimo aggiornamento ore 19)