Dopo le ammissioni di Valentino Valentini, già consigliere politici dell’ex presidente Catiuscia Marini, anche una candidata ammette di aver ricevuto le domande in vista della selezione, poi vinta, per tecnico amministrativo nelle categorie protette.
Come ricostruito da La Nazione la candidata, difesa dall’avvocato Delfo Berretti, ha cambiato la versione inizialmente fornita e nelle tre ore in cui è stata nuovamente sentita dalla Guardia di finanza ha ammesso di essere stata favorita.
Un po’ come avvenuto con Valentini, che solo in una seconda fase ha ammesso di aver provveduto ad inoltrare, come chiesto dalla Marini, una busta che, ha spiegato, sapeva contenere le domande per una selezione all’Azienda ospedaliera.
Ammissioni che sembrano stringere il cerchio intorno all’ex presidente Catiuscia Marini. La quale, di fronte ai magistrati inquirenti (è stata sentita lo scorso 15 maggio), assistita dal suo legale Nicola Pepe, ha respinto i reati che le vengono contestati (rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio e falso) fornendo la propria versione dei fatti. E soprattutto, continuando a dire di non aver mai avuto la percezione, come aveva fatto all’indomani degli arresti eccellenti del 12 luglio (tra i quali quelli dell’allora assessore Luca Barberini, del dg dell’Azienda ospedaliera Emilio Duca e dell’allora segretario umbro del Pd Gianpiero Bocci), che esistessero condotte irregolari all’ospedale di Perugia e in sanità. Punto questo molto delicato, perché i giudici del Riesame ipotizzano invece l’esistenza di un livello politico.