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Sanitopoli, i pm non hanno ancora finito con Duca

I magistrati titolari dell’inchiesta sulla Sanitopoli perugina, Abbritti e Formisano, non hanno ancora terminato con Emilio Duca. Mercoledì l’ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia ha risposto per tre ore alle domande che gli sono state poste, sui concorsi ritenuti pilotati e sulle soffiate che lui ed altri manager indagati avrebbero ricevuto sulle indagini in corso nei loro confronti.

Ma i tanti “non ricordo” del manager (agli arresti domiciliari dal 12 aprile, insieme all’ex direttore amministrativo Maurizio Valorosi ed all’ex segretario umbro del Pd, Gianpiero Bocci) non hanno ovviamente accontentato i pm. Che hanno chiesto riscontri, con domande circostanziate, sui colloqui negli uffici della Direzione ospedaliera registrati dalle telecamere e dal virus Trojan installato nel cellulare di Duca. Il quale, con accanto l’avvocato Falcinelli, ha ammesso le tante pressioni ricevute in occasione dei numerosi concorsi, ma ha anche sostenuto che le persone risultate vincitrici, soprattutto per gli incarichi dirigenziali, sono state scelte dalle commissioni per le loro competenze. Ed ha ridimensionato molti dei fatti a lui contestati. Ammettere cose dette o ascoltate durante le intercettazioni, almeno in questa fase, può significare avvalorare materiale che, come avvenuto in altri processi celebri, proprio in sanità, potrebbe non essere ammesso nel dibattimento in caso di rinvio a giudizio. Anche perché la figura di Duca è centrale nell’inchiesta per il ruolo di ex direttore generale da lui ricoperto.

D’altra parte però, la scarsa collaborazione che i magistrati ritengono di aver finora ricevuto dal manager, potrebbe indurre il gip ad accordare la proroga degli arresti domiciliari richiesta dai pm, per i quali Duca, qualora tornasse in libertà, potrebbe ancora provare ad inquinare le prove a suo carico. Di certo, sulla base delle risposte finora ricevute da Duca, non saranno gli stessi pm a ritirare la richiesta di proroga di un mese degli arresti domiciliari.

Ma Abbritti e Formisano torneranno a breve ad ascoltare Emilio Duca. Così come intendono procedere a breve agli interrogatori degli altri indagati eccellenti nell’inchiesta sulla Sanitopoli perugina.