Aggiornamento delle ore 20.30 Riunione tesa nella Direzione del Pd. Il leitmotiv di tanti interventi è che i comportamenti scorretti (non è proprio questa la parola utilizzata…) siano legati a Bocci ed ai suoi. Tanto che a una certa ora, alcuni bocciani lasciano la sede del Pd dove si sta tenendo l’infuocata riunione per cercare di salvare il partito in Umbria.
Walter Verini, nominato da Zingaretti commissario del partito dopo l’arresto del segretario Bocci (che questa mattina ha riconsegnato la tessera) predica “unità“. Lo stesso discorso fatto in mattinata nella riunione del gruppo di maggioranza in Regione. Una seduta, se possibile, ancora più tesa di quella che si è svolta nel tardo pomeriggio nella sede di via Bonazzi.
Le lacrime di rabbia e sconforto. C’è anche chi, non reggendo alla tensione, ha avuto uno sfogo di pianto. Ma soprattutto, partito diviso tra i bocciani, visti come appestati, e gli altri. Che ora meditano vendetta.
Ascani contro Zingaretti. Una divisione che prosegue anche nel pomeriggio in Direzione regionale. Anna Ascani critica la scelta di Zingaretti di affidare il partito a chi è stato sconfitto nella sfida delle primarie. “A me che sono vice presidente del partito, neanche una telefonata” lamenta. E poi afferma: “Tutti dobbiamo essere pronti a lasciare il testimone, me compresa“. Specificando che le eventuali responsabilità penali sono personali, ma che quelle politiche sono collettive.
Indice contro i bocciani. Ma l’indice di tanti è puntato contro Bocci e “i suoi“. Anche se poi, a seguito dell’accordo con Marini, a votare Bocci alle primarie sono stati in tanti, anche tra coloro che non erano “i suoi“. Sempre contro Bocci era ed è rimasto Leonelli, che ora chiede di “rimuovere i virus dal partito“. Lui, ormai da un anno, dopo la scottatura delle politiche, si è smarcato non solo da Bocci, ma anche dalla Giunta Marini. Come per la Sase e la Umbria Film Commission.
“Disgustata”. Non è certo bocciana l’ex senatrice Valeria Cardinali. L’esclusione di un anno fa dai giochi delle politiche se l’è segnata al dito. Anche se il responsabile di quella scelta non è solo Bocci. “Sono disgustata” ripete commentando quanto appreso in questi giorni sull’inchiesta della Sanitopoli umbra.
Le misure proposte dai Prof. I prof universitari chiedono un cambio di passo concreto. Ferrucci propone di istituire un gruppo di lavoro che in 15 giorni arrivi a proporre misure concrete che mostrino un reale cambiamento nel partito.
In Direzione, da Spoleto, è arrivata anche Camilla Laureti, fresca di investitura con un posto in lista per le Europee.
E’ in corso la Direzione regionale del Partito democratico nella sede di via Bonazzi a Perugia. Seduta convocata per affrontare la grave situazione che si è determinata a seguito dell’inchiesta sulla Sanitopoli perugina, che ha portato all’arresto di esponenti di primissimo piano del partito.
Intanto in mattinata Gianpiero Bocci, diventato segretario regionale dopo l’esito delle primarie dello scorso dicembre, ha riconsegnato la tessera del partito. L’ex sottosegretario agli Interni Gianpiero Bocci, da venerdì agli arresti domiciliari, non è più dunque un membro del Partito democratico. La comunicazione è avvenuta attraverso una lettera inviata dallo stesso Bocci.
Partito che a seguito della “decapitazione” operata dal Tribunale di Perugia è stato commissariato dal segretario nazionale Nicola Zingaretti, che lo ha affidato al presidente umbro Walter Verini.
Partito che però in queste ore è profondamente diviso tra quanti chiedono di azzerare tutto, andando alle urne regionali un anno prima della naturale scadenza del mandato di Catiuscia Marini, oppure di mantenere le posizioni e segnare un cambio di passo per provare a riconquistare la fiducia degli elettori.