Spoleto approva una nuova mozione a tutela dell’ospedale San Matteo degli Infermi, la terza in appena due anni. Il documento, presentato dalle associazioni, era stato trasformato in mozione (i cittadini, checché sostenga qualche ‘esperto’ non possono presentare tale tipologia di atti) dal presidente della IV Commissione, Guerrino Lucentini.
Solo alla fine dell’interminabile Consiglio comunale di giovedì, concluso alle 22 circa, l’assise ha licenziato il documento approvando anche alcuni degli emendamenti (13) presentati dai consiglieri Bececco, Catanossi e il duo Cintioli-Piccioni. Alcuni solo di forma, altri al limite della legge. Uno in particolare, quello di Catanossi, che proponeva il ripristino dei servizi nel rispetto della normativa vigente è stato clamorosamente bocciato dalla maggioranza di centro sinistra. Che sia così fuori luogo richiamare il rispetto di regole e norme in una materia delicata come quella sanitaria?
A seguire i lavori anche uno sparuto numero di rappresentanti delle associazioni promotrici che, con Leonello Spitella in testa (Presidente del City Forum), nei giorni scorsi hanno chiesto le dimissioni del sindaco con cui sembravano esser andati d’amore e d’accordo fino a pochi istanti prima.
Una cosa che non è piaciuta al primo cittadino Sisti che, piccato nel vivo, l’ha rimarcata chiaramente dicendo che avrebbero dovuto chiedere “le dimissioni all’assessore Coletto, della Presidente della Regione”.
Per il Presidente del Consiglio comunale Marco Trippetti, come era prevedibile, è stata una giornata a dir poco intensa, non tanto per tenere a bada il pubblico che a volte interveniva in dissenso da quanto dichiaravano i singoli consiglieri, quanto per frenare le intemperanze di Sisti il cui linguaggio e postura sembra assomigliare sempre più a quella del collega Bandecchi di Terni.
Un centinaio i richiami formali che Trippetti ha inviato al primo cittadino, che è rimasto per lo più incurante degli stessi proseguendo nella sua azione di contrasto alla minoranza e alle stesse associazioni.
Partiamo dalla fine, ovvero dal voto finale dove partiti e liste civiche di centrodestra hanno preferito abbandonare l’aula tutti motivando l’assenza non per non prendere posizione contro la Regione ma perché quella di ieri è la terza mozioni, sostanzialmente identica alle altre approvate all’unanimità, cui non è seguito nessun atto concreto da parte del sindaco. Eccezion fatta per un paio di mail, nessuna richiesta di incontro con Presidente e Assessore alla sanità, cui si è aggiunto più di recente il ribaltone di abbandonare il cosiddetto Terzo polo (l’integrazione degli ospedali di Foligno e Spoleto, nel cui comitato aveva schierato lo stesso Presidente del Consiglio quale esperto della materia) per puntare ad un Dea di 1° livello autonomo in tutto e per tutto.
Gli astenuti hanno anche aggiunto che l’uscita avrebbe consentito una approvazione “all’unanimità dell’aula”. Anche se proprio oggi qualche pentastellato, fedele seguace di frasi a effetto se non populiste, ha voluto dare su Facebook una versione diversa.
Che sembra però evidenziare come il governo cittadino navighi in acque burrascose, se a quello dell’ospedale si sommano i problemi delle scuole, prg, bilancio, ase, etc.
Temi destinati a implodere per fine anno, qualcuno anche prima del Santo Natale.
Il testo della mozione, a questo momento, non è ancora disponibile. Dovrebbe essere almeno per il 19 quando il sindaco “con fascia tricolore” entrerà con i propri assessori e consiglieri di maggioranza a Palazzo Cesaroni – dove è prevista la seduta di un Consiglio regionale – per consegnare l’atto alla presidente Tesei.
Impossibile al momento sapere se aderiranno anche le associazioni
Che il primo cittadino abbia più di una difficoltà nelle relazioni con le istituzioni è emerso chiaramente ieri quando in pochi minuti è riuscito a “infilare” la governatrice, il sindaco di Foligno e la presidente della Provincia di Terni.
Nell’incipit, dopo la sferzata al City Forum, Sisti annuncia la conferenza dei sindaci del prossimo 20 dicembre in cui si nominerà il Cda. “Vorrei far chiarezza sul famoso Terzo Polo. I terzi Poli portano sfiga, probabilmente anche questo portera…” dice il primo cittadino.
Chissà se si riferisce a quello di Calenda-Renzi o ad un’altra analoga struttura sanitaria.
Certo è che, a guardare i continui riferimenti alla jella e agli jettatori, Sisti appare un cicino superstizioso.
Poi, richiamata la legge del 2016, continua affermando che questa “prevede che i presidi devono rimanere autonomi, quindi la fusione non si può fare…anziché fare gli atti faremo i ricorsi. Ci sono gli strumenti giuridici, non è con le chiacchiere che si portano a casa i risultati. Sugli atti preadottati non si possono fare ricorsi, attendiamo cosa farà la Asl e si vedrà. Vogliamo presidi funzionanti, oggi il problema più grave è che dalla chiusura del San Matteo non c’’è stato un intervento che andasse a riequilibrare quanto tolto. Non è responsabilità di Spoleto, ma c’è una responsabilità in capo alla Regione. Non ho mai visto un atto di richiesta di dimissioni per la Tesei e Coletto, mai…”.
Ma a indispettire il già poco calmo sindaco è stato l’intervento della consigliera Bececco che nell’intervento ha attaccato, neanche tanto indirettamente Palazzo Donini. “Quando votammo la mozione 2021 dissi che era un fardello per lei, perhè tutta la città la impegnava a fare determinate cose che lei non ha fatto. La sfiducia serpeggia tra i banchi e tra la città”. Sisti a microfono spento, come spesso accade, dice qualcosa all’indirizzo della Bececco che ribatte “lei non può essere così volgare”.
“E’ lei che deve garantire alla città la salute, che si deve battere, questa mozione porta attaccata una mozione di sfiducia perché se non dovesse avere il seguito, come per la precedente, non ci sarà un’altra mozione per l’ospedale ma di sfiducia. Non c’è più tempo, ne parliamo dal 2020, e che è successo? Niente. E’ inaccettabile. Si rende conto che non ha fatto nulla, le cosse vanno all’indietro, peggioriamo. Perché sarà colpa della Regione se prende certe decisioni, ma dove le prende? In quei territori dove trova terreno fertile, perché da parte del Comune non c’è una difesa forte della città. Quando viene la Tesei in consiglio comunale aperto e lei dice che è d’accordo all’80%, è stato dato terreno fertile a chi vuole fare determinate scelte. Smentisca quello che sto dicendo e ci faccia vedere che riuscirà a portare a casa cose per la città”.
Un attacco alzo zero al sindaco ma anche della governatrice, che sembra portare la Bececco ai limiti, se non fuori da Forza Italia il cui simbolo campeggia in consiglio a fianco del nome della consigliera. Per la verità la consigliera non sembra essere mai stata iscritta a FI.
Non manca la replica, a titolo personale, del sindaco. “La consigliera probabilmente ricorda male quando questa aggregazione è maturata lì dentro, da lì in avanti non avete fatto niente”. Dimenticando Sisti chela Commissione dei saggi si interruppe per la prematura scomparsa del sindaco Cardarelli.
“La Bececco ha un gruppo che si chiama Forza Italia, FI in consiglio regionale ha un Vice Presidente, Morroni, che credo conti nelle decisioni della Giunta e ha votato a favore del Terzo Polo, lui è di Gualdo Tadino, ha degli interessi naturalmente su Branca”.
“Perché dal 2015 non avete attivato la Confrenza dei sindacoi. Con noi è stata fatta. E quando abbiamo approvato il regolamento il cdx faceva fuoco e fiamme, la Pernazza se ne è andata, per trovare la data di convocazione il sindaco di Foligno ha fatto fuoco e fiamme perché non si trovava.
La riorganizzazione degli ospedali, quello di Terni lo deve fare a Maratta perché quell’ospedale deve conglobare anche quello i Narni e Amelia, che è un errore si faccia Equei soldi si possono investire in un ospedale unico per Spoleto e Foligno nella buca di Spoleto, spenderemmo di meno. Quegli 865 milioni, con un 10% di questi soldi, che significa 85 milioni, sai quanti ospedali ci fai? Non c’è una politica energetica, si consumano bollette impressionanti, l’idrovora che è all’ospedale di Foligno quando piove mette paura, altro che terremoto”.
A proposito di terremoto. La recente sequenza sismica che ha colpito Spoleto è partita dalla faglia che parte da sotto la Rocca Albornoziana e arriva a Campello. Passando per la buca di Poreta.
Di questa mattina invece la nota del Comune che annuncia ufficialmente il varo del Regolamento della Conferenza dei sindaci. Leggiamo: “Su impulso dei sindaci di Spoleto e Terni, Andrea Sisti e Stefano Bandecchi, l’approvazione è arrivata dopo otto anni dall’entrata in vigore del Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali. Il documento, oltre a definire il ruolo e la rappresentanza dei 54 Comuni del territorio dell’Azienda Usl Umbria 2 nella partecipazione alla definizione delle politiche sanitarie, disciplina anche le competenze della Conferenza dei Sindaci, sia dal punto di vista delle funzioni (elezione del presidente e dei componenti), che dei compiti, tra i quali quello di esprimere un parere sul Piano Sanitario Regionale e di contribuire a delineare, nell’ambito della programmazione regionale e delle risorse definite, le linee di indirizzo e di attività delle unità sanitarie locali. La Conferenza dei Sindaci è di fatto un organismo che garantisce la concertazione e la cooperazione tra le aziende sanitarie e gli enti locali, favorendo la partecipazione dei cittadini e delle associazioni ai processi di formazione degli atti regionali di programmazione in materia di assistenza sanitaria e alla verifica dell’efficacia ed efficienza degli interventi realizzati” scrivono sisti e Bandecchi.
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