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Sanità, il difensore civico trasformato nel controllore della Giunta

Sanità umbra, il difensore civico regionale diventa un braccio operativo della Giunta impegnata a ridurre i tempi delle liste d’attesa. E il consigliere Sergio De Vincenzi, di fronte alla delibera n. 714, definita “folle“, approvata da una Giunta “fantasiosa“, fa un’altra segnalazione al prefetto e alla Corte dei conti. Per il consigliere di Umbria Next, infatti, quel che resta della Giunta regionale con questa mossa fa finta di affrontare l’emergenza liste d’attesa, trasformando il difensore civico da organo di garanzia collegato esclusivamente al Consiglio regionale, a braccio operativo e funzionale della Giunta, controllore senza poteri prescrittivi e sanzionatori della sanità regionale per conto dell’Assessorato alla Sanità.

La delibera in questione recepisce un protocollo d’intesa tra l’Assessorato alla Sanità e il difensore civico regionale ai quali viene affidato il compito di controllare i tempi di attesa delle prestazioni medico-sanitarie urgenti o ordinarie delle quattro aziende sanitarie.

La procedura

Un ‘balletto’ – commenta De Vincenzi – che sembra essere un paradossale gioco dell’oca“. Ogni azienda sanitaria, infatti, dovrà concordare una tabella di marcia sui tempi di attesa di tutte le prestazioni. Se non verranno rispettati, il cittadino dovrà darne notizia al difensore civico il quale tramite PEC andrà a notificare il ritardo all’Azienda sanitaria coinvolta. Trascorsi sette giorni dalla comunicazione che risulterà senza esito da parte dell’azienda sanitaria, il difensore civico comunicherà al cittadino il diritto di ottenere la prestazione sanitaria in regime di intramoenia pagando solo il costo del ticket. Se nemmeno in intramoenia sarà possibile espletare la prestazione sanitaria, il cittadino avrà diritto a rivolgersi a una struttura privata pagando solo il ticket perché l’azienda sanitaria coinvolta risarcirà quota parte della prestazione.

E qui – attacca De Vincenzi – sorgono spontanee delle domande: con quali fondi la Giunta pensa di coprire i costi aggiuntivi che evidentemente deriverebbero da un tale meccanismo sia sul fronte intramoenia e che su quello privato? In virtù di quale potere il Difensore civico potrà assumere oneri di spesa fuori bilancio per la Giunta Regionale, a maggior ragione in regime di “ordinaria amministrazione”? E poi: su quali basi normative e di convenzioni i privati dovrebbero erogare i servizi a costo ticket salvo poi rivalersi sulla Regione? Infine: non sarà che alla fin fine si vorrà, con un’operazione del genere, sgravare di servizi la sanità pubblica a favore del privato e a danno della comunità regionale?“.

Per di più, De Vincenzi prevede che questa procedura elevata a potenza per migliaia di pazienti della nostra regione invischiati nelle liste di attesa, andrà a oberare insensatamente il lavoro del difensore civico che a questo punto diventerà controllore e controllato di sé stesso.

Ma al di là della pur necessaria considerazione circa la concretezza e l’applicabilità di questo protocollo di intesa – prosegue l’esponente di Umbria Next – qui sussiste un problema di legittimità. Troviamo gravissimo il fatto che con la delibera di Giunta n. 714 il Difensore Civico diviene di fatto funzionale alle Giunta Regionale che gli richiede, nella sostanza, una intermediazione fra l’assessorato alla salute, le aziende sanitarie e i cittadini. Mentre, come recita la Legge regionale n. 30 del 2007 (e successive modificazioni) che ne disciplina le competenze, il difensore civico deve rimanere un organo di garanzia super partes, senza essere “soggetto ad alcuna forma di dipendenza gerarchica e funzionale esercitando le sue competenze in piena autonomia” (art.2, comma 3). Con questo protocollo di intesa, inoltre, la Giunta se ne infischia apertamente dell’articolo 13 della Legge Regionale n. 30 che afferma chiaramente che il difensore civico è un organo collegato direttamente al Consiglio Regionale, al quale presenta periodicamente relazioni circa il programma di lavoro da svolgere e quello svolto e (come recita l’articolo 12), spetta precipuamente al Consiglio Regionale approvare o meno il programma e le linee di indirizzo operative che il Difensore Civico intende intraprendere. Non è quindi nelle disponibilità della Giunta la facoltà di assegnare o revocare ulteriori competenze a tale istituzione“.

De Vincenzi ricorda che dal 2011 gl umbri sono in attesa del Piano sanitario regionale che avrebbe dovuto raccogliere linee operative chiare anche sul contenimento delle liste di attesa. Un Psr che evidentemente resterà una eterna bozza che la prossima Giunta dovrà ripescare e rimodulare nuovamente.

Ma allora perché, visti i risultati di questi anni – conclude De Vincenzi –  invece di battere in una dignitosa ritirata proseguite ad emanare disposizioni irricevibili, fuori da un quadro normativo regionale ed evidentemente inefficaci, alle quali deputate la risoluzione dei problemi che il vostro governo non ha sino ad oggi saputo risolvere? Ci sarà un limite a questo stillicidio di provvedimenti insensati o dobbiamo aspettarci ancora qualche altro colpo di scena? Quanto altro materiale saremo chiamati a inviare al Prefetto e alla Corte dei Conti per una valutazione?“.