L'amministratore delegato della Webred, Mario Conte, è stato ascoltato dal Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull'amministrazione regionale, presieduto da Enrico Sebastiani, in relazione alle vicende che coinvolgono la società Acas srl ed in seguito ad una interrogazione sulla gestione dei servizi che alcune Asl e Aziende ospedaliere della regione hanno affidato al consorzio formato da Acas e Webred. Conte ha spiegato ai componenti del Comitato che “esiste una associazione temporanea di imprese (Ati) tra Acas e Webred, creata allo scopo di gestire una serie di servizi per Asl e Aziende ospedaliere. La Ati scadrà il 31 agosto 2009 e dal 1 settembre la Webred subentrerà nella gestione di tutti i servizi, in quanto società 'in house' della Regione Umbria. Conte ha spiegato che circa 90 dipendenti della Acas svolgono funzioni inerenti enti umbri, mentre le attività dei restanti 110 (circa) sono rivolte ad utenze extraregionali (Sicilia e Lazio soprattutto). Nell'ambito della Ati, era Webred a fatturare i servizi svolti ed a incassare i compensi, che poi venivano suddivisi tra le due società: a seguito di una istanza di pignoramento della Guardia di Finanza, relativa ad un inchiesta in corso, la Webred non verserà più le quote alla Acas, ma alla Agenzia delle entrate, che vanterebbe un consistente credito verso Acas. Sappiamo – ha concluso Conte – che sono in corso trattative ed è stato aperto un tavolo istituzionale per affrontare la questione dei lavoratori dell'azienda che non gestiscono servizi per l'utenza umbra e che quindi ranno trovare una differente collocazione, ma questo non è di competenza della Webred”.
“La vicenda relativa alla colossale evasione fiscale dell'Acas service si sta rivelando una bomba ad orologeria in mano alla Regione che ora si troverà persino a dover risarcire il fisco per la situazione debitoria in cui versa l'azienda”. Franco Zaffini, capogruppo An-Pdl, commenta così la questione spinosa del fermo amministrativo posto sia sull'”Acas service” (ditta appaltatrice dei servizi di prenotazione per le Asl umbre ndr) che sui crediti che questa vanta nei confronti degli enti pubblici con cui ha contratti in corso, quindi anche con la Regione dell'Umbria. “La situazione ambigua dell'azienda – spiega il consigliere – era stata denunciata, con un'interrogazione, dal sottoscritto oltre un anno fa, quando mi fu segnalato che i dipendenti non venivano retribuiti da due mesi. Oggi – aggiunge – l'indifferenza mostrata dall'esecutivo regionale per tutto questo periodo sfocia nella duplice e pericolosa conseguenza di lasciare a casa senza stipendio i lavoratori e di mandare in tilt il servizio dei Cup in Umbria. Il legittimo provvedimento dell'agenzia dell'entrate che gode di diritto prioritario rispetto al patrimonio dell'Acas – prosegue Zaffini – impedisce, di fatto, che le risorse impegnate per pagare i sevizi dell'azienda siano utilizzate per corrispondere le retribuzioni ai dipendenti, come ipotizzato, sinora, dagli assessori Riommi e Rosi”.
“Per più di un anno – aggiunge – l'amministrazione regionale ha fatto orecchie da mercante ed ha continuato a erogare i compensi di Acas service, sebbene le avvisaglie di uno stato amministrativo-patrimoniale poco trasparente ci fossero tutte. L'esecutivo umbro, oggi – conclude Zaffini – oltre a correre il concreto rischio di dover interrompere il servizio degli sportelli Cup, è costretto a lasciare a casa, senza stipendio, duecento lavoratori per pagare l'insolvenza, verso il fisco, di un'azienda di cui non è mai stata verificata la serietà e la correttezza da parte della Regione che continuava a versarle i corrispettivi”.