(Adnkronos) – “Le malattie infiammatorie croniche cutanee sono tali perché si correlano in maniera importante e significativa a comorbidità sistemiche. Nonostante esistano farmaci innovativi come i biosimilari che agiscono su vari target, il percorso di cura del paziente è sempre complesso: il primo accesso avviene dal medico di medicina generale che lo invierà allo specialista sul territorio. È complesso anche il percorso nell’hub ospedaliero, nell’istituto centrale dove i pazienti accedono a questi farmaci di unica prescrizione, attraverso piani terapeutici. Un iter ancora più difficoltoso per i pazienti di fuori regione e che non hanno la possibilità di accedere agevolmente a una prescrizione ad una terapia corretta”. Così all’Adnkronos Salute Luca Bianchi, responsabile Uosd Dermatologia del Policlinico Tor Vergata Roma, in occasione dell’incontro ‘Equity Group – Malattie croniche della pelle’ che si è svolto a Roma alla presenza di esperti, specialisti dermatologi, associazioni di pazienti e società scientifiche.
I “farmaci ci sono – spiega Bianchi – ma la possibilità di controlli della spesa finora non ha reso disponibile la terapia a livello territoriale. Ovviamente, abbiamo differenze regionali notevoli. Nella mia Regione, ovvero il Lazio, probabilmente potrebbe essere rivista la possibilità di accesso ai farmaci che ormai occupano i primi piani nelle linee guida di terapia. Per quanto riguarda i biosimilari, farmaci estremamente vantaggiosi dal punto di vista economico, potrebbe esserci un uso più condiviso di questi farmaci creando degli accessi dedicati grazie alla condivisione dei dati tra il medico di medicina generale e lo specialista”.
Nella presa in carico del paziente, “potrebbe aiutare la diagnosi attraverso la telemedicina – sottolinea lo specialista – La telemedicina in campo dermatologico è all’avanguardia. La mia Unità al Policlinico di Tor Vergata è stata tra le prime ad utilizzare questo strumento. Tuttavia, abbiamo la necessità di vedere il paziente spesso o episodicamente in presenza perché per meglio valutare la lesione clinica” conclude.