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Sanità, su piano di riordino regionale Pd Spoleto presenta mozione in consiglio. Elaborata da Consiglieri Trippetti e Piselli

di Partito Democratico Spoleto

Come già noto, il Partito Democratico di Spoleto sta affrontando le questioni relative alla riforma del Servizio Sanitario Regionale (SSR), coinvolgendo i propri organismi ed i rappresentanti istituzionali locali e regionali.
La discussione, iniziata all’ultima Festa Democratica con un incontro pubblico che ha visto dell’Assessore regionale alla sanità Franco Tomassoni confrontarsi con cittadini ed operatori del sistema sanitario, è proseguita a livello territoriale e comunale.

Ciò che emerge, in questa prima fase, è che in un contesto caratterizzato da rilevantissimi tagli ai trasferimenti operati dal Governo nazionale, il modello di assistenza sanitaria del nostro territorio presenta molte più luci che ombre, sia per quanto riguarda l’assistenza territoriale che quella ospedaliera.

Il PD di Spoleto ritiene necessario, in questa ottica, portare all’attenzione degli organi istituzionali cittadini il contributo che intende dare al progetto di riordino del SSR, a quale modello di servizio sia più opportuno fare riferimento per poter garantire ai cittadini una adeguata assistenza sanitaria, quali azioni porre in essere (ad esempio contenimento della spesa farmaceutica, riduzione della mobilità passiva extra regionale e aumento della capacità attrattiva da altre realtà per poter ottenere tali risultati in un contesto di risorse finanziarie decrescenti).

A questo fine, il gruppo consiliare del PD ha presentato una mozione al Sindaco della Città di Spoleto, aperta al contributo delle altre forze politiche e civiche, che vogliano, insieme al Partito Democratico, impegnarsi per garantire anche per il futuro l’attuale livello dei servizi sanitari, tra i migliori dell’Umbria, e quindi il fondamentale ed incomprimibile diritto alla salute dei cittadini.

Ecco il testo della mozione elaborata dai consiglieri comunali Pd Marco Trippetti e Leonardo Piselli del Pd, medici stimati che si stanno impegnando concretamente alla salvaguardia del nosocomio cittadino:

“Mozione consiliare su ipotesi di riforma endoregionale della sanità.

Premesso che

L’attualità della scena politica nazionale è caratterizzata da una profonda crisi economica e sociale in atto, con una drastica riduzione delle disponibilità economiche per i settori della sanità e del sociale.
In questo quadro è improcrastinabile una discussione ampia e approfondita sul modello della gestione dei servizi fondamentali alla persona.

Rilevato che

In questo quadro drammatico la giunta regionale dell’Umbria ha cominciato un percorso di riforma endoregionale complessivo ed ambizioso che tocca, oltre alla struttura istituzionale, anche i servizi più importanti. Alcuni esempi sono la recente costituzione della Umbria T.P.L. e Mobilità s.p.a., quelli dei consorzi di bonifica e delle comunità montane, mentre la semplificazione e accorpamento dei livelli istituzionali tiene conto anche delle indicazioni centrali.

Evidenziato che

Nell’ambito di queste proposte di riforma la giunta regionale ha posto al centro del dibattito anche la riforma che attiene al sistema sanitario regionale.
Questo argomento che tocca da vicino i bisogni fondamentali della persona quali il diritto alla salute e all’assistenza sociale è il più delicato, visto che la sanità rappresenta la quota maggiore del bilancio regionale e che subisce un taglio imponente in termini di trasferimento di risorse da parte dello stato con le manovre finanziarie estive.
Ogni ipotesi di modifica della struttura del nostro SSR deve partire dalla premessa della qualità elevata dei servizi sanitari che si erogano in maniera capillare su tutto il territorio regionale, con una capacità gestionale che ha mostrato, con le dovute differenze, un bilancio economico in equilibrio.
La medicina del territorio sarà la vera scommessa del futuro sanitario, lasciando agli ospedali la sola fase di acuzie della patologia, visto l’età media estremamente alta dei cittadini umbri che si traduce in un’alta prevalenza delle malattie cronico-degenerative, come già evidenziato nel piano sanitario regionale vigente.
Il totale azzeramento del fondo sociale nazionale con conseguente drastica riduzione di quello regionale farà si che la contrazione dell’offerta dei servizi sociali aumenterà in maniera preoccupante le richieste improprie di assistenza sanitaria con il rischio di una lievitazione insostenibile dei costi.

Considerato che

Il Piano Sanitario Regionale vigente, che entrava nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse economiche salvaguardando l’efficienza gestionale con la rete regionale dei percorsi dei pazienti, con il superamento di inutili duplicazioni nell’offerta sanitaria ospedaliera, con l’aumento della capacità di gestione territoriale dei pazienti finalizzata alla riduzione dell’inutile quanto dispendiosa ospedalizzazione degli stessi e con il contenimento della spesa farmaceutica, è attualmente per larga parte inapplicato.
L’export extraregionale della regione Umbria nell’ambito sanitario nel 2010 supera gli 86 milioni di euro.
L’ASL3 , come confermato dai dati forniti dalla Regione Umbria, ha conseguito e stabilizzato dati economici e di attività di assoluto rilievo con una riduzione dell’export extraregionale del 2,37% , con un dato medio regionale invece del 7.19% in più, e un 14.2% di aumento nell’ASL 2 dove insiste anche l’azienda ospedaliera di Perugia, con un aumento della mobilità attiva extraregionale, cioè la capacità di attrarre pazienti da altre regioni nel triennio 2008-2010, aumentata del 18.74% , con una media regionale del 4.75% .
La spesa farmaceutica territoriale, a fronte di una media pro-capite regionale per l’anno 2010 di 178.96 euro, ha fatto registrare nella ASL 3 una media pro-capite di 162.63 euro, ovvero il 9.12% in meno, contribuendo in maniera determinante alla sostenibilità del SSR Umbro.
Il 30% circa della popolazione dei comuni della ASL 2 (Assisi, Bastia, Cannara, la frazione di Ponte S.Giovanni), si rivolge agli ospedali della ASL 3, che, nonostante questa mole in più di utenti da servire, ha chiuso il bilancio del 2010 in pareggio.

Ribadito che

I comuni sono i garanti dell’insieme delle persone e delle relazioni sociali che appartengono ad un medesimo ambito geografico-territoriale e che è indispensabile una fattiva interlocuzione fra comuni ed amministrazione regionale per un eventuale riordino dei servizi

Il consiglio comunale impegna il Sindaco

Anche nel suo ruolo di presidente dell’ATI 3:

1) a promuovere tutte le azioni utili affinché l’eventuale futura riorganizzazione della sanità territoriale e ospedaliera della nostra regione tenga nel debito conto l’analisi attenta, precisa e puntuale delle attività e dei bilanci delle singole ASL e Aziende Ospedaliere con un confronto dei vari modelli evidenziando per ognuno i punti critici ed i punti di forza.
2) ad interloquire in maniera forte e pressante con la regione dell’Umbria, nelle persone della presidente della giunta regionale e dell’assessore regionale alla sanità, con gli altri sindaci della regione nell’ambito dell’ ANCI regionale e con le parti sociali, per definire una ipotesi di riforma complessiva del SSR che vada nella giusta direzione di una necessaria razionalizzazione dei costi, ma che tuteli tutti i servizi sanitari erogati nella ASL 3 ed in particolare garantisca l’ottimo livello attuale, raggiunto nel corso di questi ultimi anni, dei servizi sanitari presenti nella città di Spoleto”.