Categorie: Salute & Benessere Spoleto

Sanità, confusione con i nuovi ticket in base al reddito. Code e disagi in farmacia, dal 30 novembre stop alle autocertificazioni

Jacopo Brugalossi

E’ entrato in vigore circa due settimane fa, il 12 settembre, ma ad oggi non sembra ancora aver preso il giusto abbrivio. Parliamo del nuovo meccanismo di applicazione dei ticket sanitari su ricette di specialistica e farmaci introdotto dal governo regionale, che impone una compartecipazione dei cittadini alle spese sui medicinali in base al reddito. A Spoleto la situazione sembra piuttosto ingarbugliata, incomprensioni e disagi sono all’ordine del giorno.
A farne le spese direttamente, in questo primo periodo, sono le farmacie, tenute a far dichiarare ai pazienti, tramite autocertificazione, quale sia la loro situazione reddituale. Sono tre le fasce individuate in base alle quali viene quantificato il contributo all’acquisto dei farmaci: R1 (reddito da 0 a 36.000 euro), R2 (reddito da 36.000 a 70.000 euro) ed R3 (reddito da 70.000 a 100.000 euro). Esiste poi anche una quarta fascia, a cui appartengono coloro che hanno un reddito superiore ai 100.000 euro annui.

In farmacia – A quanto pare, la maggioranza dei cittadini che si recano in farmacia per la prima volta dopo l’entrata in vigore della nuova norma non ne sono a conoscenza, e tocca al farmacista spiegare la situazione. “Per di più c’è un evidente problema di privacy – raccontano a Tuttoggi.info alcuni farmacisti spoletini – sia per noi che siamo costretti a farci dire dai cittadini la loro situazione economica, sia per loro che eviterebbero volentieri di doverla condividerle con noi e con le persone che attendono in fila”. “Il massimo dell’imbarazzo – confida la titolare di una nota farmacia del centro – lo abbiamo raggiunto quando una badante straniera che parlava a mala pena l’italiano è venuta ad acquistare dei medicinali per il suo datore di lavoro. Non riuscendo minimamente a capire la questione delle fasce di reddito, abbiamo dovuto telefonare direttamente alla persona per chiedergli quanto guadagnasse all’anno”.
Ma non sono solo stranieri e anziani a non essere in grado di autocertificare il reddito, a volte sono anche persone giovani, che per non rischiare dichiarare il falso preferiscono fare una telefonata ad un familiare o al commercialista, oppure direttamente tornare una seconda volta con il 730 in mano, determinando così notevoli perdite di tempo al banco di vendita.
Ad onor del vero, c’è tra i farmacisti chi va controcorrente, dichiarando di non aver riscontrato nessun problema nell’applicazione dei nuovi ticket. “Come ogni novità – ha detto a TO uno dei titolari intervistati – anche questa ha bisogno di un periodo di assestamento, ma devo dire che c’è voluto anche meno di quanto mi aspettassi”.

Medici di famiglia – Per il momento non coinvolti nel “marasma” dei nuovi ticket, i medici di famiglia attendono la data del 30 novembre – giorno in cui terminerà il periodo di autocertificazione del reddito e saranno loro a doverlo inserire nelle ricette di ogni singolo paziente – con un po’ di apprensione. La proroga del termine al 30 novembre, ottenuta dal loro sindacato, gli consente di respirare ancora un po’, ma sarà difficile che per quella data siano arrivati i tesserini da loro richiesti, che indichino il reddito e l’eventuale esenzione dal pagamento del ticket dei loro pazienti. E’ stata la Asl locale, per il momento, a fornirgli l’elenco dei pazienti esenti per patologie e per reddito.
I medici, ormai quasi tutti informatizzati, sono inoltre in trattativa per avere uno specifico software per la registrazione delle fasce di reddito dei loro pazienti, i quali già da qualche giorno chiedono, si informano e dimostrano una certa apprensione riguardo la novità. Tranquillizzarli e dare spiegazioni sulla nuova disciplina è un compito che i medici di famiglia sono tenuti a fare, ma che determina perdite di tempo allungando inevitabilmente i tempi dell’ambulatorio.