Terni

Sangemini inizia lo sciopero | Sindacati e lavoratori chiedono impegno a Pessina

Il prossimo 19 settembre la Sangemini presenterà il nuovo piano industriale nella sede di Confindustria Terni, data attesa con grande impazienza da lavoratori e sindacati che sono in stato di agitazione.

Da oggi è infatti iniziato lo sciopero, un’ora per turno, indetto dalle sigle sindacali di categoria come risposta alle incertezza sui livelli di produzioni e occupazionali sui quali l’azienda non ha ancora fatto chiarezza. Si parla, nello specifico, di 30 lavoratori su 90 che potrebbero essere messi in cassa integrazione, circostanza che già nel passato era stata oggetto di aspre lotte tra sindacati e direzione aziendale.

Altri timori sono invece legati al possibile spostamento di alcuni lavoratori da un settore a un altro senza chiarezza su eventuali nuove mansioni. I rappresentanti della Cgil Michele Greco e Paolo Sciaboletta, Simone Dezi della Cisl e Daniele Marcaccioli per la Uil, il sindaco di San Gemini Leonardo Grimani, hanno sostenuto le ragioni dei lavoratori che vogliono garanzie dalla famiglia Pessina.

“Un incontro con tutte le parti interessate al fine di avere certezze circa gli impegni assunti dalla proprietà di Acque Sangemini quale condizione necessaria a garantire continuità produttiva, valorizzazione dei marchi e sviluppo occupazionale”. È con questo obiettivo che il vicepresidente della Regione Umbria e assessore allo Sviluppo economico Fabio Paparelli e l’assessore all’Ambiente Fernanda Cecchini hanno convocato una riunione per lunedì 24 settembre a Palazzo Donini, in riferimento agli ultimi atti da parte della proprietà di Acque Sangemini in seguito ai quali è stato proclamato lo sciopero dei lavoratori.

 Nella sede della Giunta regionale sono stati convocati i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, le Rsu dell’azienda, i sindaci dei Comuni di Acquasparta, Montecastrilli e San Gemini. “La Regione Umbria – sottolineano gli assessori Paparelli e Cecchini – in quanto sottoscrittrice dell’Accordo del 2014 e autorità competente per la concessione dello sfruttamento delle acque ha, attraverso il Tavolo regionale, svolto una puntuale attività di monitoraggio rispetto ai contenuti dell’Accordo. È necessario che si dia seguito alle previsioni dell’Accordo del 2014 con un piano industriale in grado di rilanciare marchi, produzione e presenza sul mercato delle acque minerali”.