Sono sei a San Giustino le famiglie che necessitano di una casa a causa di uno sfratto esecutivo per morosità “incolpevole”. Senza tralasciare i quarantasei nuclei familiari in lista d'attesa per un alloggio popolare. Numeri importanti se si considera che la cittadina umbra conta circa undicimila abitanti in tutto. La situazione è stata portata a conoscenza dell'assessore alle politiche abitative della Regione Umbria, Stefano Vinti, dal sindaco di San Giustino, Fabio Buschi, e dall'assessore comunale alle politiche socio-assistenziali, Massimiliano Manfroni, durante la presentazione, venerdì 8 novembre, al Museo del tabacco, del bando pubblico dell'Agenzia territoriale per l'edilizia residenziale Umbria. La misura prevista dalle delibere della Giunta regionale dell'Umbria 987 (9 settembre 2013) e 891 (29 luglio 2013), per il reperimento di alloggi sfitti da locare, a canone concordato, ai nuclei familiari beneficiari dell'intervento che fanno richiesta.
Le parole di Buschi – “Il fatto di aver scelto anche il nostro comune per la presentazione della misura – ha esordito il primo cittadino – è significativo ed evita di farci sentire sempre lontani da Perugia. In barba alla crisi e alla spending review, l'amministrazione comunale ha mantenuto gli impegni promessi non allentando la spesa per il sociale, ma addirittura aumentando i finanziamenti”. “Nonostante questo, però – ha ribadito l'assessore Manfroni -, i cittadini sono in difficoltà e quindi ben vengano risposte per mantenere in essere il diritto alla casa”.
L'assessore regionale Stefano Vinti ha messo in luce la duplice valenza del bando che, da una parte, si rivolge, fino al 22 dicembre 2013, ai proprietari di alloggi sfitti, che in Umbria si stima siano più di settemila, dall'altra, fino al 20 gennaio 2014, ai nuclei familiari che hanno rilasciato l'alloggio in locazione a seguito dell'esecuzione di un provvedimento di rilascio dell'Autorità giudiziaria; che sono in possesso di intimazione di rilascio della stessa Autorità o di avviso di rilascio convalidato o meno dal giudice. Il provvedimento di sfratto deve essere stato pronunciato a causa di un'inadempienza nei pagamenti di almeno 6 mesi, causata da una riduzione del reddito intervenuta dopo licenziamento; cassa integrazione; mobilità; mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipico; cessazione di attività libero-professionali o di imprese registrate alla Camera di commercio italiana da almeno 12 mesi; malattia, invalidità e decesso del componente familiare percettore di reddito. L'Ater regionale, nel combinare domanda e offerta, terrà conto di diversi requisiti, tra cui il reddito complessivo annuo valore Isee del 2012 e la presenza o meno di figli minori, anziani e persone con disabilità. L'assessore Vinti, rivolgendosi ai proprietari di alloggi sfitti, ha insistito sul fatto che mettere il proprio appartamento a disposizione dell'Ater significa recepire incentivi fino a 5.200 euro in due anni, grazie al fondo di un milione e mezzo di euro della Giunta regionale, oltre ad agevolazioni fiscali previste per il canone concordato. “Tenere una casa sfitta – ha detto Stefano Vinti – comporta solo costi. In una situazione in cui non ci sono risorse per il supporto agli affitti, e anche quelle previste sono irrisorie, tantomeno alloggi popolari, dobbiamo rivolgerci al privato. Nonostante l'Umbria sia la regione italiana che ha investito di più nella realizzazione di case popolari. Sono 3.000 quelle costruite dal 2004 ad oggi. Ma non basta, perché in Umbria ci sono 5.000 famiglie in lista per un alloggio popolare e più di 1.200 sfratti, di cui 90 per cento per morosità 'incolpevole'. Ecco perché, tra le mie richieste al Governo, che pare essersi accorto dell'emergenza abitativa, c'è anche quella di una moratoria degli sfratti”.
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