Spoleto

San Giacomo, finiti i lavori da 1,4 milioni | Il 30 la riconsacrazione della chiesa

La popolazione di San Giacomo di Spoleto dopo oltre 6 anni potrà riappropriarsi della propria parrocchia. Riaprirà al culto infatti in anticipo rispetto a quanto previsto la chiesa della popolazione frazione, crollata parzialmente il 23 novembre 2010 durante i lavori di consolidamento dopo il terremoto del 1997. Dopo il sequestro giudiziario, il processo di primo grado in tribunale (conclusosi a maggio con 2 condanne e 4 assoluzioni e il ridimensionamento delle accuse) e il nuovo progetto di ricostruzione, a dicembre 2014 erano ripresi i lavori. Il cui esito è stato illustrato nei locali della biblioteca arcivescovile venerdì mattina.

Alla conferenza erano presenti l’arcivescovo di Spoleto – Norcia, monsignor Renato Boccardo, la soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Marica Mercalli ed il sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli. Tra il pubblico l’attuale parroco di San Giacomo, don Giovanni Cocianga ed il suo predecessore, mons. Luigi Piccioli, il direttore dei lavori, ing. Giuseppe Scatolini, oltre ad altri funzionari della Sovrintendenza, tecnici, imprese e maestranze. A mostrare con strumenti di “realtà aumentata” il lavoro fatto sulla chiesa sono stati i giovani professionisti dello studio EssentialArk, che hanno realizzato un’applicazione che potrebbe essere utilizzata per valorizzare il luogo di culto.

Intervento da 1,4 milioni, “nessun magnate in campo”

Grazie a quanti hanno contribuito, in vario modo, a ridarci questa bella chiesa” ha esordito il presule, che ha ricordato il valore non solo artistico, ma prima di tutto religioso della parrocchiale dedicata a San Giacomo. “E’ un luogo importante per la comunità, che è stata penalizzata in questi anni: è un monumento di storia che racconta la vita di queste famiglie“. Monsignor Boccardo, ha quindi sottolineato come con la riapertura della chiesa si restituisce l’identità ad un popolo. “Avevamo previsto di riaprirla a Pasqua 2017 – ha ricordato – e invece lo facciamo sei mesi prima. Ora ritroviamo questo monumento di arte e di fede che si è arricchito: nel lavoro di restauro sono venute fuori altre parti di affreschi, oltre a colori più belli. Resta ancora qualcosa, ci sono problemi di umidità e successivamente si porterà a termine il restauro degli affreschi, ma sono dettagli rispetto a tutto quello che è stato fatto”.

Quanto ai finanziamenti, l’arcivescovo ha ricordato che i lavori in corso nel 2010 erano finanziati dalla Regione (nell’ambito dei fondi post sisma del 1997) per circa 1,3 milioni di euro, di cui più della metà già impiegati prima del crollo. Quindi due anni fa, per i lavori di ricostruzione, la parrocchia di San Giacomo ha potuto contare su circa 550mila euro di fondi regionali, altri 200mila messi a disposizione dalla Cei nell’ambito dell’8 per mille, circa 500mila euro dalle assicurazioni delle imprese coinvolte nel crollo; altri 157mila euro  sono stati sborsati dalla stessa parrocchia, che ha acceso un mutuo di 90mila euro. “Per il restauro degli affreschi – ha ricordato Boccardo – si era parlato di una cordata di magnati, ma non li abbiamo visti. I soldi li abbiamo dovuti trovare tutti noi e l’impegno economico rimane ancora sulle spalle della parrocchia“.

Scoperti dipinti del 1400, utilizzati materiali originali

La soprintendente Mercalli ha sottolineato come la chiesa sia stata recuperata nella sua struttura originaria con delle tecniche molto avanzate che ne fanno un caso esemplare. “Gli affreschi – ha detto – sono stati restaurati senza rifare le parti mancanti, che è un criterio della nostra scuola di restauro, e dove è stato possibile abbiamo riutilizzato il materiale originale o altrimenti abbiamo cercato i materiali più vicini possibile. I controlli fatti come Soprintendenza sono stati funzionali per una buona ricostruzione, della quale siamo ovviamente felicissimi”. Ha poi evidenziato anche l’importanza della struttura dedicata a San Giacomo e collocata lungo le antiche vie di pellegrinaggio europee.

La funzionaria di zona della Soprintendenza ha invece parlato delle scoperte fatte durante i restauri, come nuove parti di dipinti. “La scoperta più rilevante si trova in controfacciata – ha aggiunto – e non è visibile perché è all’altezza della pavimentazione della cantoria. Si tratta di un dipinto dei primi del Quattrocento, tre teste con busto di tre santi, che ci dà notizia delle dimensioni originarie della chiesa, che era a navata unica. I visitatori ed i fedeli ora hanno la possibilità di appropriarsi di pitture prima perse”. L’arcivescovo ha quindi ipotizzato la possibilità di fare in futuro una pubblicazione sulla chiesa, “ma prima paghiamo le opere poi vediamo“.

Martedì incontro pubblico sulla piazza

Presente anche il sindaco Fabrizio Cardarelli, che ha espresso la soddisfazione di tutta la città per questo importante traguardo ed ha assicurato che in tempi brevissimi verrà sistemata la piazza antistante la chiesa per una viabilità migliore alla frazione di San Giacomo. Proprio per parlare di questo si terrà un incontro pubblico martedì 25 ottobre alle 21 nella sede della Pro loco. Ad organizzarlo il Comune (tramite il consigliere comunale Stefano Proietti, presente anche lui alla conferenza stampa), che sta pensando ad una nuova idea di circolazione e di pavimentazione, con una striscia di cemento dove continueranno a transitare le auto, mentre rimarrà una parte mattonata pedonale.

Il 30 ottobre la riconsacrazione della chiesa

Il conto alla rovescia per la riapertura della chiesa parrocchiale di San Giacomo, quindi, è iniziato. Domenica 30 ottobre, alle ore 16, l’arcivescovo presiederà la solenne liturgia di riapertura e dedicazione della parrocchia. Sarà una cerimonia speciale visto che, essendo stata di fatto ricostruita la chiesa, dovrà essere riconsacrata. Si tratterà quindi di una celebrazione ricca di simboli, a circa 600 anni di distanza dalla prima consacrazione della parrocchia.

La scheda tecnica dei lavori

I protagonisti dell’intervento – Per l’arcidiocesi hanno seguito l’intervento: mons. Renato Boccardo, mons. Luigi Piccioli, don Giovanni Cocianga,  geom. Gian Mario Zamponi, dott.ssa Stefania Nardicchi.

Tecnici incaricati. Progettazione e Direzione Lavori: ing. Giuseppe Scatolini per la Società di Ingegneria M&G Engineering s.r.l. e arch. Lorenza Zuccari. Geologo: Pietro Aristei. Collaudatore: ing. Marino Ercoli. Consulenza: prof. ing. Antonino Gallo Curcio. Imprese: Impresa edile: “Carlini Olindo srl”. Impresa di restauro: “Il Restauro sas” di Pierangelo Fiacchi. Subappalti di imprese specializzate.

Enti di controllo. Soprintendenti: arch. Anna Di Bene, Arch. Stefano Gizzi, dott. Mario Squadroni, dott.ssa Marica Mercalli. Tecnici della Soprintendenza preposti al controllo: arch. Fabrizio Finauri,  arch. Vanessa Squadroni, geom. Giuliano Pasquinidott.ssa Margherita Romano, sig.ra Rosa Maria Lascala. Comune di Spoleto: ing. Massimo Coccetta e arch. Giuliano Mastroforti. Tecnici del Comune preposti al controllo: geom. Giulio Crivelli e arch. Massimo Ragni. Per la Regione Umbria: geom. Canonico, ing. Angelo Franceschetti, ing. Utilio Nasini e ing. Barluzzi Marco. Tecnici della Regione preposti al controllo: ing. Alessandro De Maria e geom. Cinzia Gioacchini.

La sequenza degli interventi effettuati – Pronto intervento con messa in sicurezza e protezione degli affreschi durante il sequestro giudiziale. Secondo pronto intervento con messa in sicurezza e protezione affreschi  e smontaggio dell’organo e della cantoria durante il sequestro giudiziale. Dissequestro. Rilievo, progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva con approvazione da parte degli Enti preposti sia ai fini autorizzativi che finanziari con indicazione di ricostruire la Chiesa in modo fedele secondo le indicazioni del Mi.BACT. Rescissione del contratto con la prima impresa e affidamento alla seconda classificata. Consegna dei lavori alla nuova impresa in data 17 dicembre 2014. Difficoltà nell’organizzazione dei lavori a causa di: presenza di puntellature eseguite durante il tempo del sequestro giudiziale; presenza di guano; presenza di affreschi da mettere in sicurezza. Necessità di intervenire in zone limitate per fasi successive, in costante contatto con gli Enti preposti al controllo e con tipologie di materiali e tecniche coerenti con le strutture originali superstiti. Nei primi 10 mesi dell’anno 2015 si è proceduto a: consolidamento e messa in sicurezza degli elementi non crollati; ricostruzione della navata laterale crollata e relativa copertura; ultimazione del consolidamento della navata non crollata; ricostruzione della navata centrale con consolidamento della zona dell’abside   comprensiva della copertura; ultimazione degli interventi in fondazione. A partire dall’ottobre del 2015 si è interventi sugli affreschi con: campagna di saggi con relativo idoneo progetto di restauro; messa in luce della presenza di altri affreschi; progetto di restauro cantoria; esecuzione degli interventi di restauro degli affreschi esistenti; progetto per la rimessa in luce delle zone affrescate; esecuzione degli interventi di restauro degli affreschi rimessi in luce. In contemporanea si procede all’intervento sul campanile e sulle facciate.A partire da aprile 2016 si è proceduto alla predisposizione degli impianti e degli elementi di finitura (infissi, pavimenti, tinteggiature). Dopo l’estate si è intervenuti per la rifunzionalizzazione completa della chiesa (Cappella feriale, nuova sagrestia e arredi) e vista la presenza costante di umidità di risalita sulle murature non risolvibile altrimenti, si è installato un sistema di deumidificazione con relativo monitoraggio che permetterà l’asciugatura delle pareti murarie anche affrescate, propedeutica al completamento del restauro. Nell’ottobre 2016 è stato autorizzato ed eseguito: straordinaria manutenzione dei tre portoni lignei; revisione delle vetrate della facciata; restauro della cantoria; ricollocazione del dipinto nella navata laterale non crollata.