Anche quest’anno, in occasione del patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales, il vescovo di Città di Castello mons. Domenico Cancian ha invitato gli operatori dell’informazione altotiberina nella sua residenza, per celebrare la tradizionale funzione in loro presenza.
Il vescovo, esordendo con una riflessione sulla crisi dell’editoria e con un paragone, in parallelo, con i tempi difficili della Controriforma, ha raccontato la vita di San Francesco di Sales, la cui azione pastorale si caratterizzò per la novità della sua comunicazione. Come ricordato nell’omelia esso è considerato anche un “innovatore dell’eloquenza sacra”.
“La sua è una bella testimonianza in tempi come i nostri. – ha aggiunto il vescovo tifernate, rivolgendosi alla stampa locale – Nella comunicazione attuale, in cui non mancano mai tante polemiche, san Francesco di Sales, tanto polemista nel tempo della Controriforma, ci insegna a comunicare con coraggio e con mitezza; vorrei richiamare tutti a dare notizie con prudenza, umiltà, ascolto e riflessione, ma senza mai dimenticare la verità”.
“Nella comunicazione non possono mai mancare due pilastri come la verità e l’amore. – ha aggiunto – Secondo alcuni la parola dell’anno 2016 è “Postverità”: viviamo in un momento in cui, nel flusso di informazioni, i fatti oggettivi sono meno influenti rispetto ad appelli alle emozioni e alle credenze personali; certo, la notizia è data sempre da un angolo soggettivo e dobbiamo essere sempre coscienti che la verità in senso assoluto non ci appartiene, come esseri umani. Dobbiamo però collaborare insieme per cercarla e non possiamo ridurre la comunicazione alla diffusione di semplici dati”.
“La comunicazione, inoltre, non deve puntare alla disperazione; come sappiamo, attraverso l’informazione, è facile creare distruzione – ha continuato il vescovo, richiamando papa Francesco – e nemmeno dobbiamo utilizzare i mass media per anestetizzare le coscienze. Vi invito a raccontare la storia del mondo e della nostra città secondo la logica della Buona Notizia”.
Al termine il vescovo ha consegnato ai presenti lo stesso messaggio che papa Francesco ha pronunciato in occasione della 51° Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. In questo c’è un invito “alla ricerca di uno stile comunicativo aperto e creativo, che non sia mai disposto a concedere al male un ruolo da protagonista, ma cerchi di mettere in luce le possibili soluzioni, ispirando un approccio propositivo e responsabile nelle persone a cui si comunica la notizia”.