Sono passati ottantuno anni da quando, il 18 giugno 1939, papa Pio XII proclamò San Francesco d’Assisi Patrono principale d’Italia e si avviò allora la tradizione che vede ogni anno una regione italiana offrire l’olio per la lampada che arde sulla tomba del Santo. Quest’anno saranno le Marche, per la quinta volta, a rappresentare tutto il Paese, nel corso delle celebrazioni per San Francesco Patrono d’Italia 2020.
Toccherà alla prima cittadina di Ancona Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona a nome dei Sindaci delle Marche, della Regione Marche e delle Diocesi marchigiane, offrire l’olio per la lampada di San Francesco. “Vivo come un grande onore e con grande emozione e senso di responsabilità – ha detto durante la conferenza stampa di presentazione del programma del 3-4 ottobre, San Francesco Patrono d’Italia 2020- la possibilità che mi viene data a nome di tutti i Sindaci di procedere a questo gesto simbolico potentissimo. San Francesco è fonte propulsiva di energia perché la sua vita è stata caratterizzata dall’aver praticato il Vangelo e non solo di averlo predicato“.
L’iniziativa che ogni anno richiama migliaia di pellegrini, quest’anno per le norme anticontagio sarà circoscritta a 1700 pellegrini delle diocesi marchigiane e circa 80 sindaci delle Marche. Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, ha ricordato che “festeggiamo San Francesco patrono dei Comuni d’Italia e lo facciamo attraverso l’olio che viene dalla terra e dal lavoro dell’uomo ma che rappresenta anche la volontà di lenire le ferite dell’Italia e delle Marche che cercano di uscire dalle piaghe del sisma e poi da quelle della pandemia“. Padre Massimo Travascio, Nuovo Custode di Santa Maria degli Angeli ha assicurato che “tutto è pronto per accogliere i marchigiani ricordando come San Francesco uscì dalla Porziuncola quando i frati erano solo 8, per andare nel mondo con frate Egidio partendo proprio per le Marche. Il messaggio di voler andare verso tutti, verso i bisognosi, i poveri, continua ad uscire dalla Porziuncola come messaggio di speranza e di pace“.
Nel corso della giornata del 3 ottobre, in cui anche Papa Francesco sarà ad Assisi per firmare l’Enciclica Fratelli Tutti, prima firma di un pontefice fuori Roma, sarà consegnato il premio Rosa d’argento che dal 2009 assegnata a donne che si sono distinte per opere di fede, speranza e carità. Mons. Piero Coccia, Presidente della Cem ha anticipato che il premio spetterà ad “Angela Polselli, di Pesaro, 50enne, vedova a causa del Covid-19 che l’ha privata del marito, 4 figli, animata da una forte spiritualità francescana, direttrice di un centro con 70 ospiti e sempre molto attenta al disagio».
Ad accogliere le autorità marchigiane per San Francesco Patrono d’Italia 2020 ci sarà Stefania Proietti, prima cittadina di Assisi: “Oggi – ha affermato – sono qui a chiedere un sostegno agli amici delle Marche per far sì che il giorno dedicato al Patrono d’Italia torni a essere una ricorrenza dell’intero Paese perché San Francesco è il Santo di tutti, paladino dell’ecologia e della pace, difensore dei poveri e degli ultimi“. Il sindaco ha poi auspicato che “la luce della lampada dell’olio che sarà accesa dai sindaci della regione Marche sia, in questo momento delicato, una speranza di rinascita” e a aggiunto che “le Marche e l’Umbria sono due terre di accoglienza non solo vicine geograficamente ma anche accomunate da eventi, come gli ultimi terremoti, che ne hanno rinsaldato i rapporti e l’amicizia. Vi accoglieremo il 3 e il 4 ottobre con amicizia nel rispetto delle misure di sicurezza previsti dalla normativa Covid”.
Raimondo Orsetti, Dirigente Servizio Sviluppo e Valorizzazione della Regione Marche ha assicurato la presenza del nuovo presidente della giunta regionale Francesco Acquaroli, che effettuerà la prima uscita ufficiale in quella occasione. Infine, Monsignor Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, ha ricordato come “le Marche sono una regione fortemente francescana nella quale Francesco nel 1208 è venuto ad annunciare il Vangelo ed è partito da Ancona nel 1219 per incontrare il Sultano portando un messaggio di pace e di apertura. Nel 1220 è rientrato e, passando per Osimo, è tornato ad Assisi. Andare ad Assisi significa andare da colui che ha vissuto il Vangelo e che è stato un pacificatore non solo un pacifico e, come si dice spesso, anche un rivoluzionario“.