La Lega in Regione riesce ad approvare una mozione unanime, Assisi Domani ironizza sulle "folgorazioni sulla via di Damasco" e sulle copiature
La politica assisana riesce a battibeccare anche su un patrimonio comune, San Francesco. Perché se la Lega, con i consiglieri regionali Stefano Pastorelli e Paola Fioroni, approva all’unanimità una mozione che impegna la Giunta di Palazzo Donini “a riprendere un percorso di dialogo politico con i tutti vertici istituzionali nazionali al fine di riconoscere la ricorrenza del 4 ottobre, data in cui si festeggia San Francesco d’Assisi, Santo Patrono d’Italia, quale festività nazionale, pertanto da inserire nel calendario tra i giorni festivi”, Assisi Domani ne approfitta per ricordare che la primogenitura dell’idea è sua, pur esprimendo apprezzamento per la scelta.
Illustrando l’atto di indirizzo in aula, Pastorelli ha ricordato come San Francesco oramai sia una festività solenne e ha spiegato che “il nostro Stato, laico, non può dimenticare o sottovalutare la forza delle nostre radici e delle nostre tradizioni plurisecolari ampiamente riconosciute, per cui il Santo Patrono d’Italia è divenuto nel tempo patrimonio di tutti gli italiani, senza distinzioni di sorta. La Regione Umbria deve essere fiera ed orgogliosa di aver dato i natali al Santo protettore di tutto il popolo italiano”. E Assisi Domani plaude alla mozione (“è giusta e sacrosanta la votazione unanime di tutte le forze politiche, senza distinzione di colori politici, sulla proposta che interessa San Francesco e la possibilità che il 4 ottobre ridiventi festa nazionale“), ma non rinuncia a punzecchiare l’esponente assisano del Carroccio.
“Da 5 anni il sindaco Stefania Proietti, insieme alle famiglie francescane e al vescovo della città, – scrive la lista civica di maggioranza – si è fatta promotrice presso i vari governi nazionali del 4 ottobre festa nazionale. In questi 5 anni la Lega non ha mai preso posizione in merito, come se San Francesco non esistesse, mentre, oggi, gli esponenti del Carroccio umbro si sono svegliati e paiono fulminati sulla strada di Damasco facendosi paladini (o forse meglio dire copioni) di idee e proposte altrui“.