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San Francesco e San Benedetto nello statuto della Regione Umbria

Approvata con 14 voti favorevoli e 4 astenuti (Chiacchieroni, Leonelli e Cecchini-PD e Rometti-SeR), la mozione del consigliere regionale Claudio Ricci che chiede di “attivare tutte le procedure necessarie per giungere, nella sede della competente commissione, all’inclusione della menzione dei santi San Francesco, patrono d’Italia, e San Benedetto, patrono d’Europa, nello Statuto della Regione Umbria”. L’atto è stato emendato, su proposta del consigliere Andrea Smacchi (Pd), con la specificazione che l’Assemblea esamini una proposta di legge che includa la citazione dei santi nello Statuto, dopo una discussione da attuarsi nella commissione competente.
Ricci ha messo in evidenza sia l’aspetto legato al “rafforzamento dell’identità culturale” che quello delle “opportunità economiche legate a questo tipo di cultura e sensibilità, di cui – ha ricordato – abbiamo avuto prova in occasione del sisma del ’97,  quando furono chiuse le basiliche e venne meno il 50 per cento del turismo. La mozione tratta di materie culturali da inserire a livello istituzionale e non dell’aspetto religioso, che è personale. Anche l’Unesco parla di valorizzare e rafforzare le identità culturali. Non si tratta solo di valori culturali, delle conoscenze scientifiche che sono alla base degli studi benedettini e vengono riconosciute in Europa, non solo dal punto di visto dei credenti. In ultimo, la fruizione dei beni culturali è riconosciuta come diritto umano, perché contribuisce ad ampliare le prospettive di ognuno. La mozione tratta di materie culturali da inserire a livello istituzionale e non dell’aspetto religioso, che è personale. Se ne discusse in occasione delle precedenti modifiche allo Statuto, ma i nomi dei santi non vennero inclusi nell’articolo 2, che parla di valori culturali. Ora i tempi sono maturi. L’Umbria attende dal 2005, chiedo che sia votata, si dica sì o no. Siamo nella sede giusta, di indirizzo. Non si pretende oggi la modifica dello Statuto ma si chiede un impegno per introdurre patrono d’Italia e patrono d’Europa nel quadro della prossima modifica dello Statuto, senza nemmeno dire in quali tempi, nel rispetto di tutte le sensibilità”.
Una richiesta che ha innescato una discussione sulla laicità dello stato. Il primo a parlarne,  seguito anche da Eros Bega (Pd), è stato il consigliere Gianfranco Chiacchieroni (Pd), il quale ha motivato la propria astensione affermando di non poter avallare “qualsiasi proposta faccia fare un passo indietro alla laicità dello Stato”. Astenuto anche Silvano Rometti (Socialisti), secondo il quale “l’equilibrio trovato nella composizione dello Statuto regionale non può essere modificato da una mozione discussa distrattamente in Aula”. Astenuti, pur senza fare dichiarazioni di voto, anche Giacomo Leonelli (Pd) e l’assessore Fernanda Cecchini. Dal M5S, Liberati si è dimostrato disposto a inserire i due patroni nello statuto, ma di aprire il dibattito anche sulle figure di San Valentino e sulle sante Chiara e Scolastica. Per Mancini (LN) invece non si può considerare la componente religiosa come marginale per l’Umbria, Se ne riparlerà in Commissione.