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San Bevignate, parola alla Sopraintendenza / Ritardi e pareri scaduti

(Ale. Chi) – Ci sono novità per il collegio che dovrebbe sorgere a San Bevignate, nella zona di Monteluce a Perugia. La Sopraintendenza ha parlato, lamentando assenze e ritardi. “Per quel che riguarda la tutela archeologica – ha dichiarato Francesco Scoppola, direttore della Soprintendenza per i beni culturali e paesaggistici dell'Umbria – la Soprintendenza competente comunicò l'11 settembre 2007 che l'area ricade in zona di interesse ai sensi del paesaggio archeologico, e a seguito di ciò non risulta ancora completata la consegna degli elaborati necessari e connessi. Per l'interesse monumentale dell'area non risultano al momento declaratorie di tutela diretta o indiretta. Per la competenza della tutela paesaggistica – prosegue Scoppola – la Soprintendenza competente, allo stato della ricognizione degli atti, risulta aver reso un parere negativo, di annullamento, nel 2007. A quel parere sarebbe seguito, trattandosi di un'opera pubblica, un processo di revisione congiunta del progetto che si è tradotto in un assenso delle previsioni così modificate e ridotte tramite un parere di legittimità del 4 settembre 2008. Ne consegue che all'atto di quella che risulta essere la prima notifica preliminare di inizio dei lavori, che reca la data del 20 novembre 2013, erano trascorsi più di cinque anni: pertanto si tratta di comunicazione pervenuta oltre la scadenza di validità del parere espresso. La validità dell'assenso è infatti quinquennale, estesa recentemente di un anno per quegli interventi che siano stati avviati entro il quinquennio”. E la patata bollente riguarderebbe anche la presenza di alcuni olivi, “per quel che concerne le misure di tutela sono assimilabili a bosco. Gli uffici del Mibact non sono stati chiamati a partecipare al confronto da parte di chi oggi muove accuse”.

A complicare la vicenda il fatto che, qualora i lavori non proseguissero, la legge prevede il pagamento di 1 milione di euro alla ditta vincitrice della gara d'appalto da parte dell'agenzia aggiudicatrice dei lavori, ossia, nello specifico, l'Adisu. Il tutto nell'attesa che il professor Maurizio Oliviero, amministratore unico dell'Adisu, rientri dall'estero dove si trova per impegni lavorativi. Intanto dal comune di Perugia, il capogruppo Ncd Scarponi, Neri dal PdCi, Corrado del Gruppo Misto e Bargelli dal Pd chiedono l'attivazione della Va Commissione, “in modo particolare verificare il parere della sovrintendenza e verificare la concessione in merito alla sua validità temporale per l’inizio dei lavori”.

Da Italia Nostra continuano le dichiarazioni dopo l'incontro di ieri in provincia: “I lavori di costruzione dello “steccone” di San Bevignate mancano dei documenti mentre l’autorizzazione della Soprintendenza è scaduta. Questo è quanto ha dichiarato l’arch.Francesco Scoppola, Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria. In tal modo viene smentito il Sindaco Boccali che nei giorni scorsi aveva detto che gli atti per la costruzione del collegio studentesco avevano seguito un iter “regolarissimo” con tutte le autorizzazioni necessarie anche della Soprintendenza. La conseguenza di quanto dichiarato dal direttore regionale è che i lavori di costruzione del collegio studentesco dell’ADISU sono illegittimi, e quindi abusivi, perché avviati con un’autorizzazione scaduta. Pertanto, l’ADISU dovrà ripristinare lo stato dei luoghi, demolire il piazzale, risistemare il pendio e ripiantare gli ulivi. Italia Nostra di Perugia e l’associazione “La città di tutti” esprimono grande soddisfazione per la piena riuscita dell’assemblea cittadina nella Sala del Consiglio Provinciale e, vista la diffusa preoccupazione manifestata dai presenti, chiedono l’immediato intervento dei Vigili urbani del Comune per fermare i lavori in corso e chiudere il cantiere”.

Fioroni invece plaude perchè, a suo dire, “vediamo con piacere che il nostro programma di rinnovamento della città porti già a due risultati positivi: Villa Urbani e San Bevignate. Ci fa piacere apprendere che su questioni così importanti per i residenti e non l’amministrazione comunale abbia preso posizione sostenendo le nostre proposte, nate da un confronto partecipato e consapevole con i cittadini impegnati a sostenere le loro ragioni sulle singole questioni poste”.

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