(Ale. Chi.) – Il caso di San Bevignate arriva a Palazzo Cesaroni: quello “scempio in un'area verde di enorme interesse culturale” di cui in diversi hanno parlato in queste settimana, un progetto di cui “è difficile trovarne la paternità“. il consigliere regionale Oliviero Dottorini (IdV) ha infatti interrogato stamane l'assessore Fabrizio Bracco per sapere “quale importo la Regione ha cofinanziato per la costruzione del collegio universitario di fronte alla chiesa templare” e per scoprire “se e come la Giunta intende bloccare i lavori in vista dell'annullamento di un progetto per tutti divenuto inopportuno“.
Alla seduta del Consiglio erano presenti alcuni membri delle associazioni che si sono interessati alla vicenda. Per Dottorini il collegio universitario è “inopportuno, anche perché concepito nel 2003, quando l'università aveva 35mila studenti e voleva portare tre facoltà in via del Giochetto, mentre oggi gli studenti sono calati a 22mila e a Monteluce sono già previsti 6mila metri quadrati per alloggi studenteschi”.
L'assessore Fabrizio Bracco ha spiegato che il terreno “è divenuto di proprietà della Regione dopo la soppressione dell'Opera universitaria e trasferito quindi all'Adisu che, insieme a Regione ed Università, ha deciso di aderire al bando del Miur per la riqualificazione dell'offerta degli alloggi studenteschi. Tale progetto ebbe tutte le approvazioni del caso, compresa la variante urbanistica e l'ok della soprintendenza. Semmai – ha aggiunto – c'è da chiedersi come mai per un progetto che era a posto nel 2007 si sono attesi sette anni per iniziare i lavori. Per quanto riguarda il finanziamento, fin dal 2003 la Regione ha stabilito di partecipare con 16 milioni al finanziamento della metà dell'opera. Oggi, a distanza di undici anni da quanto stabilito in origine – ha concluso Bracco – con una situazione oggettivamente diversa e l'incertezza sul trasferimento delle facoltà al Giochetto, crediamo che si possa ripensare e rivedere il progetto”.
Il tavolo – L'assessore ha anche detto che nei prossimi giorni ci sarà un incontro organizzato dal Comune di Perugia con i soggetti interessati per trovare una soluzione che risponda alle preoccupazioni dei cittadini.
Nella replica finale, Dottorini ha sottolineato che “si evidenziano responsabilità di tutti ma questo progetto in Consiglio regionale non c'è mai passato: se ne parla oggi per la prima volta. Apprendo con piacere della riunione, ma deve essere chiaro che si tratta di un'opera non solo inutile ma anche dannosa per la città. Quindi – ha sottolineato Dottorini – occorre non solo sospendere i lavori ma interromperli ed indirizzarli altrove, anche a costo di perdere qualche risorsa. Così eviteremmo di compromette un monumento importantissimo e faremmo comunque un buon investimento. Ad ogni modo – ha concluso – vigilerò su quanto accadrà”.
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