I 60 cani – tra cui circa 25 cuccioli – stanno bene nella loro nuova casa, al Rifugio Agrilia di Ponte Pattoli. Provengono da un allevamento di Uzhorod, un paesino dell’Ucraina quasi al confine con la Slovacchia. La guerra stava per arrivare anche lì.
Due sorelle ucraine, proprietarie di altrettanti allevamenti, sono riuscite a fuggire dal loro paese, portando con sé i loro cani. In tutto 85 animali, in gran parte di razza: Labrador, Golden Retriever, Mastiff. Li hanno caricati su due camion, i primi trovati, per superare la frontiera e mettersi in salvo, insieme a loro.
Presto hanno finito il cibo. Per l’acqua, hanno utilizzato la neve sciolta. In loro soccorso sono giunti due volontari italiani amanti degli animali, Giuseppe Perrotti e il figlio Raoul.
In Italia hanno trovato la disponibilità di Lia Campriani, che gestisce il Rifugio Agrilia, a Ponte Pattoli, alle porte di Perugia. Un’amica le ha raccontato di questi animali fermi in Slovacchia e lei non ha esitato a mettere a disposizione la sua struttura, che già ospita circa 140 cani salvati dalla strada.
I cani sono arrivati a Perugia dopo un viaggio di 1.400 km. Provati, ma in buona condizioni di salute, come ha certificato il servizio della Asl, presente al momento del loro arrivo al Rifugio. Lia, per ottenere il permesso di ospitare gli animali provenienti dall’Ucraina, ha dovuto avere il via libera dal Ministero della Salute e dalla Asl Umbria 1.
In base alle norme sanitarie, i 60 cani devono stare in isolamento per 6 mesi. Non possono essere movimentati, né adottati, né ceduti. Una volta conosciuta la loro storia, infatti, in molti hanno chiesto di poterli avere. Si tratta ovviamente – come ha specificato Lia – di animali di proprietà. Saranno le due sorelle ucraine a disporne come credono, una volta possibile. Il Rifugio Agrilia, infatti, li ospita soltanto. Non può decidere di darli in affidamento – comunque attualmente gli animali sono in quarantena – né tantomeno li commercializza, perché sono delle due allevatrici ucraine.
Una di loro è giunta a Perugia, ospite del Rifugio, insieme ai suoi animali. Per i profughi che portano con sé un animale da compagnia sono state previste deroghe, ma per gruppi numerosi di animali le norme sanitarie restano.
L’altra sorella dovrebbe arrivare sabato, insieme ad altri 25 cani, fermati al confine slovacco. Anche lei sarà ospitata da Lia. Che dice: “Finché avremo posto, siamo disponibili ad alloggiare cani e proprietari in fuga dalla guerra“. Confidando nel sostegno degli amanti degli animali, perché la aiutino in questa situazione di emergenza con donazioni in denaro, cibo secco e altro materiale.
Nell’emergenza umanitaria per la guerra in Ucraina, c’è anche quella degli animali. “Anche se comprendiamo che interessa meno” afferma Lia. Che sta ricevendo notizie drammatiche di animali destinati probabilmente alla morte, come i 400 cani che si trovano in un rifugio in un’area ormai accerchiata dai militari, da dove i civili sono scappati. Ma ci sono anche storie di mobilitazioni per portarli in salvo. Come i meticci che volontari stanno cercando di far uscire da Odessa. E come appunto i 60 cani (a cui se ne aggiungeranno presto altri 25) ospitati nel Rifugio Agrilia di Perugia.