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Salvate il fiume Topino! È l’appello lanciato in contemporanea da Bruschi e Filipponi

di Claudio Bianchini e Fabio Muzzi

Nella mattinata odierna Sinistra Ecologia e Libertà ha indetto una conferenza per trattare due delicate questioni per la città di Foligno. La prima, quella della crisi idrica, trattata da Ivano Bruschi, è stata oggetto anche di un altro intervento rilasciato in un’altra sede da parte di Stefania Filipponi. La seconda questione, riguardante la VUS, è stata discussa dall’altro consigliere comunale di SEL, Matteo Santarelli.
Stefania Filipponi. I tecnici della Quadrilatero Spa – la ditta incaricata di realizzare la nuova Ss 77 Val di Chienti – incaricati del monitoraggio idrogeologico hanno riscontrato per la sorgente Capovena una portata di 141 litri al secondo, addirittura inferiore ai minimi storici e persino al limite di soglia che è di 150 litri al secondo. Le rende noto Stefania Filipponi, capogruppo di ‘Impegno Civile’ che della questione ha immediatamente avvisato il presidente della II Commissione consiliare, Ivano Bruschi. “Nonostante la società stessa escluda che l’avanzamento dei lavori della Foligno – Civitanova abbia influenze sulla sorgente – rileva la Filipponi – si ritiene comunque opportuna un’ulteriore verifica, da effettuare possibilmente alla presenza di tecnici della VUS spa”. Sino ad ora infatti i controlli sono stati portati avanti ‘in casa’ dalla Quadrilatero. Ma i rilievi del capogruppo d’opposizione non finiscono qui: “è altrettanto urgente avere informazioni sulla situazione in cui versa la Diga di Acciano e sulle reali intenzioni della Regione dell’Umbria in merito ad un eventuale intervento di ripristino, considerato che la realizzazione di tale bacino di reintegro – si legge nel documento – era stata posta quale condizione per il rilascio al Comune di Perugia, della concessione di prelievo per uso idropotabile”. Insomma, l’utilizzo delle acque del fiume Topino doveva essere in qualche modo reimmesso nell’alveo fluviale. La Filipponi chiede pertanto al presidente Bruschi – stante la gravità della situazione idrica – una convocazione straordinaria e d’urgenza della II Commissione consiliare con il coinvolgimento dei tecnici comunali, dell’Arpa, della Vus e della Regione dell’Umbria al fine di approfondire la situazione in maniera completa e di concertare iniziative condivise.
Ivano Bruschi – crisi idrica. L’intervento del consigliere SEL e presidente della II Commissione consiliare, Ivano Bruschi, ha trattato dapprima l’aspetto più generale della crisi idrica del territorio e, in secondo luogo, quello più specifico della “secca” del fiume Topino. “Quello delle sorgenti potabili del territorio è un problema molto serio – ha detto Bruschi – il livello attuale è inferiore del 50% rispetto al livello medio e le cause sono diverse”. Oltre la scarsità di precipitazioni, problema principale contro il quale, ovviamente l’amministrazione comunale può fare ben poco, Bruschi ha elencato altri deficit su cui interrogarsi e trovare valide soluzioni. “Chiediamo un intervento immediato sugli acquedotti: vanno ristrutturati quelli esistenti vecchi di 30 e 60 anni, considerando che la vita media di un acquedotto viene indicata sui 30 anni e, inoltre, deve essere realizzato uno nuovo. In tutti ii casi è necessario considerare di implementarli di cisterne di accumulo acqua”.
Altra necessità individuata da SEL è quella di differenziare gli impianti idrici nelle nuove costruzioni, differenziando i canali in cui si rende indispensabile l’uso di acqua potabile da quelli in cui non è necessario, come gli scarichi.
La terza questione riguarda quanto già sollevato dalla Filipponi (e già ai tempi del consiglio comunale da Alessandro Pacini), ovvero i lavori di realizzazione della nuova Ss 77, qui, nella costruzione delle gallerie, ha rilevato il consigliere comunale, vi è una consistente fuoriuscita d’acqua, “vorremmo capire – ha dichiarato Bruschi – se questi lavori stiano creando danni e perdite alla sorgente di Rasiglia e al fiume Menotre.”
Ivano Bruschi2 – crisi Topino. Sul tema che riguarda la città di Foligno più da vicino, quello del fiume Topino, Bruschi ha dichiarato che è stato raggiunto il “il limite di flusso minimo vitale”. Tra le cause individuate a cui porre rimedio vi è l’eccessivo prelievo fatto a scopo irriguo “pretendiamo che venga inserito nell’agenda politico l’ottimizzazione dei sistemi di irrigazione con impianti a goccia – ha dichiarato – creando una rete di finanziamenti in favore della sostituzione dei vecchi impianti”.
L’altra causa ha radici lontane nel tempo e richiama alla mente storici conflitti tra Foligno e Perugia. Era il 1955 quando vennero autorizzati i prelievi alla sorgente di Bagnara da parte del comune di Perugia. I prelievi vennero concessi in virtù della costruzione della diga di Acciano come fonte di approvvigionamento per Foligno, ma la diga, finita di costruire tra gli anni 70 e 80, come è noto è stata svuotata nel 1997 in seguito al terremoto. Nel frattempo se da una parte i prelievi per l’acquedotto di Perugia sono proseguiti, dall’altra, in seguito al sisma, in più riprese sono stati predisposti finanziamenti per ripristinare la diga, ma l’intervento non vi è mai stato. SEL chiede che “vengano ripristinati i finanziamenti e venga rimessa in funzione al più presto la diga di Acciano”. Il consigliere SEL ha espresso dubbi anche sui controlli dei prelievi effettuati da Perugia, chiedendo che “l’Ati attui controlli costanti da incrociare a quelli eseguiti dall’acquedotto stesso”.
In ultimo Bruschi ha sollecitato il completamento dei lavori in atto sulla diga del Chiascio a Valfabbrica.
L’interessamento dei due consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, denota come anche la politica abbia aperto gli occhi alla gravità della problematica che interessa il fiume della città. L’interrogativo che sorge spontaneo è se cercare provvedimenti ad agosto non possa risultare tardivo rispetto all’allarme sollevato, anche da questo giornale (leggi articolo di giugno), già da diverso tempo. In ogni caso, tutte le soluzioni che saranno adottate se non per l’anno in corso, si riveleranno comunque fondamentali per il futuro della città.
Matteo Santarelli. È andata oltre la crisi idrica la conferenza organizzata da SEL, quando Santarelli, nel suo intervento, partendo dalla “notizia positiva del ricorso della regione Puglia accolto dalla Corte Costituzionale”, ha portato il discorso sulla situazione amministrativa della VUS. “La volontà politica della maggioranza della città – ha dichiarato – è che nella VUS non si privatizzi più nulla. Anche nella Spending Review – ha aggiunto – c’è una norma che regola i consigli di amministrazione delle società partecipate che può riaprire la politica di gestione VUS. In virtù di questo chiediamo di mettere un amministratore delegato alla guida della società che ci elevi dagli atteggiamenti di campanilismo e la figura più indicata è Walter Canapini.”