Città di Castello

Il saluto del vescovo Domenico Cancian al Consiglio comunale “Mi sono sentito un tifernate”

Poco dopo le ore 18 di questo pomeriggio (9 giugno), per la prima volta nella sua storia, il Consiglio comunale ha dedicato un’intera seduta al commiato con il vescovo della Diocesi di Città di Castello.

I componenti della massima assise cittadina hanno incontrato monsignor Domenico Cancian per un saluto ufficiale a coronamento del mandato episcopale di 15 anni, terminato con le dimissioni presentate a Papa Francesco per raggiunti limiti di età.

La seduta ordinaria, con questo unico punto all’ordine del giorno, ha garantito a sindaco, assessori e consiglieri di testimoniare al vescovo uscente la riconoscenza per il lavoro svolto e gli auspici per il futuro della Diocesi, di cui monsignor Cancian è divenuto amministratore apostolico dopo la nomina a vescovo di monsignor Luciano Paolucci Bedini (che farà il suo ingresso ufficiale a Città di Castello sabato 18 giugno) attraverso l’unione “in persona episcopi” delle sedi diocesane tifernate e di Gubbio decisa dal Santo Padre.

Le parole dei due sindaci

Prima di dare la parola a Cancian il presidente del Consiglio comunale Luciano Bacchetta, ex sindaco ha parlato dell’ex presule come “una presenza importantissima, faro e guida, vicina ai cittadini, che hanno avuto anche l’onore di averlo a casa quando hanno richiesto il suo aiuto. Cito solo un piccolo episodio che ha segnato la mia vita quando ero sindaco: quando è esplosa la pandemia nel 2020, il vescovo decise di illuminare Belvedere con il tricolore mentre stavamo vivendo nel terrore e nevicava in maniera quasi siberiana. Fu un momento di grande simbiosi e spiritualità. Lo ringrazierò sempre per il messaggio di grande speranza che diede allora”. Il sindaco Luca Secondi ha poi aggiunto: “Cancian è stato un uomo che ha messo al servizio della città una grande passione umana, religiosa e civile e oggi il Consiglio ha voluto rivolgergli un tributo, un messaggio di gratitudine e riconoscenza. Lo ricorderò sempre come una presenza fatta di pacatezza e umiltà, il fare senza l’apparire”.

Il saluto di Cancian “Mi sono sentito tifernate a tutti gli effetti”

Ricordo bene il momento in cui ho messo piede qui nel palazzo comunale 15 anni fa. Ricordo l’accoglienza dell’allora sindaco Fernanda Cecchini. Da allora – ha detto monsignor Cancian, in apertura del suo intervento – mi sono sentito cittadino tifernate a tutti gli effetti. Col sindaco Bacchetta ed ora con Luca Secondi abbiamo condiviso gioie e sofferenze della città. Dalla mia finestra ho ammirato ogni giorno i palazzi di Comune e vescovado, che insieme alla cattedrale, delimitano piazza Gabriotti, luogo d’incontro e vera agorà che aiuta a superare la solitudine e favorisce la relazione”.

Ho cercato, nel rispetto dell’autonomia dell’azione politica e di quella ecclesiale, la collaborazione per promuovere il bene comune. La grande partecipazione alle celebrazioni di San Florido hanno aiutato a tener viva l’identità vera e profonda della comunità Tifernate, anzi ricostruita in modo straordinariamente bello, dai nostri Patroni, riconosciuti padri della Città e della Chiesa.. Grazie di cuore per l’accoglienza, per il bene che mi avete voluto con tutti i miei limiti. Vi assicuro il mio affettuoso ricordo. Domenico, che continua a sentirsi cittadino Tifernate nonostante cambi residenza”, ha concluso monsignor Cancian.

Al termine della seduta, sindaco e presidente del Consiglio hanno consegnato all’ex presule una targa ricordo su opera dello Sposalizio della Vergine di Raffaello realizzata da un artigiano tifernate: “Dalla casa dei cittadini il grazie più sentito ed affettuoso per il suo alto mandato pastorale svolto nel corso di 15 anni che hanno segnato in maniera indelebile la storia della nostra comunità. Grazie”, ha dichiarato il primo cittadino.