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Salta il Consiglio comunale sul bilancio: sindaco ostaggio del PD, in aula gruppo consiliare dimezzato

di Claudio Bianchini

Il Consiglio comunale di Foligno ha un record: quello delle mancate sedute o dello scioglimento anticipato delle stesse per mancanza di numero legale.

Un primato negativo per la massima assise cittadina
Dall’inizio della legislatura Mismetti sono state almeno una decina – tanto che se n’è perso ufficialmente il conto – e quella di lunedì scorso dovrebbe essere stata l’undicesima convocazione andata a vuoto. Alla massima assise folignate va quindi senza dubbio la maglia nera regionale ed un record primato assolutamente negativo a livello nazionale. Ricordiamo a tal proposito che una volta – come previsto da regolamento – una seduta venne autoconvocata dalle opposizioni e fu la stessa maggioranza a far mancare il numero legale mettendosi in minoranza. Questo tanto per inquadrare la situazione.
Mezzo gruppo del Pd diserta l’aula, ammutinamento contro il primo cittadino
Certo, far saltare il Consiglio comunale sul Bilancio è lo schiaffo politico più duro che si possa infliggere al sindaco ed alla sua giunta. Se poi a fare lo sgambetto sono le forze stesse della sua maggioranza l’affronto è smaccatamente irriverente. Il fatto è che a disertare gli scranni sono stati la metà del consiglieri del Partito Democratico, il gruppo guida dell’amministrazione comunale, sotto le cui insegne è stato eletto lo stesso sindaco Mismetti. Hanno risposto all’appello sei esponenti bersaniani su 12. Assente anche il capogruppo del Partito Socialista, Emiliano Belmonte che però comunica con un sms di essere rimasto a letto per uno svenimento improvviso causato da uno sbalzo di pressione dovuto al caldo torrido.
Si scatena la guerra interna nella coalizione di centrosinistra
E la polemica – tutta interna al centrosinistra – si sfoga subito su facebook con l’assessore alla Cultura, Elisabetta Piccolotti di Sel che pubblica sul proprio profilo i nomi dei ‘dissidenti’: Angeli, Trombettoni, Savina, Gubbini, Soli e Borscia. Ex margheritini e ‘spiriti liberi’ – Savina e Gubbini – come vennero già definiti dai colleghi di maggioranza. C’è chi parla senza mezzi termini di agguato politico, chi di un sindaco ostaggio della sua stessa coalizione.
Il leader del centrodestra, Daniele Mantucci: “Mismetti si deve dimettere”
“La maggioranza non esiste più – tuona il leader del centrodestra folignate Daniele Mantucci – le profonde lacerazioni che spaccano la sinistra non devono più umiliare il ruolo delle istituzioni cittadine. Occorre senso di responsabilità – ha commentato a caldo – il centrosinistra ne prenda atto e il sindaco si dimetta. I folignati non possono scontare le colpe di questi irresponsabili”.
Il Pdl chiede il ritorno alle urne
“Quando una maggioranza non è in grado di governare e non riesce nemmeno a garantire l’approvazione del bilancio allora è meglio che vada a casa – tuona il capogruppo del Popolo della Libertà, Riccardo Meloni – si restituisca la parola ai cittadini”. E Meloni infila il coltello nella piaga: le condizioni e gli orari di convocazione erano state addirittura imposte dal capogruppo del PD, quello che è avvenuto è pertanto ancor più grave”.
Le minoranze si ricompattano e promettono battaglia
Queste quindi le reazioni delle opposizioni che per sabato mattina hanno convocato una conferenza unitaria. Intorno al tavolo torneranno quindi Cambiare Foligno, Pdl, Rinnovamento, Udc ed Impegno Civile: e non è la prima volta che un consiglio comunale senza numeri fa ricompattare le forze di minoranza. Doppio autogol quindi per il centrosinistra folignate: in attesa di vedere come si comporterà in occasione della prossima seduta in calendario – probabilmente – per lunedì e martedì prossimi.