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Salpa il ‘Mismetti Bis’ / ‘Porte aperte a tutti per il bene di Foligno’

‘La mia porta sarà sempre aperta per chi vuole il bene di Foligno’ il riconfermato sindaco Nando Mismetti chiude con queste parole il suo discorso ufficiale di insediamento in occasione della prima seduta del nuovo Consiglio comunale. Ed è proprio da questo finale che ha inizio il quinquennio della legislatura ‘Mismetti Bis’. La nave è salpata quindi, e guidarla nelle acque della crisi politica, istituzionale ed economica non sarà certo facile, ma qualche apertura – seppure non troppo entusiastica e condita da diverse riserve – è arrivata qua e là anche dai banchi dell’opposizione. La sensazione, almeno per questo esordio, è che il clima elettorale si sia svelenito e che le dure battaglie della scorsa legislatura siano – almeno nelle più rosee intenzioni – acqua passata.

‘Grande responsabilità regionale’ – Ma torniamo alle linee programmatiche dichiarate da Mismetti: “L’esito del voto ha assegnato alla nostra città una grande responsabilità a livello regionale e provinciale, rispetto alla quale è necessario un impegno rinnovato e generoso da parte di tutti, tanto dei membri della maggioranza quanto di quelli della minoranza – ha sottolineato – da parte mia c’è piena disponibilità a collaborare con tutti purché si instauri un rapporto leale, basato sul rispetto dei ruoli e delle persone”.

Foligno salva dalla crisi – Il sindaco ha ricordato, tra l’altro, che “nei cinque anni appena trascorsi non è stato facile fare il sindaco. Le conseguenze prodotte dalla grave crisi economica e sociale hanno profondamente cambiato il nostro Paese e la nostra comunità. Il Comune di Foligno – ha ricordato – ha avuto dodici milioni di euro in meno di trasferimenti in quattro anni, ma siamo riusciti a ottenere risultati importanti, tra cui ricordo l’equilibrio di bilancio che ci  ha permesso il mantenimento di tutti i servizi essenziali; il completamento della ricostruzione post sisma e del circuito museale della città; la realizzazione in meno di quattro anni delle nuove pavimentazioni e reti.

Le intenzioni per il futuro – Tra i buoni propositi per il futuro, quello di essere “attenti e bravi a cogliere le opportunità della programmazione europea 2014-2020 per raggiungere obiettivi fondamentali di crescita e sviluppo della nostra comunità. Attenzione particolare dovrà essere riservata alle politiche sociali e di genere, perché attraverso queste è possibile determinare la qualità di ogni scelta amministrativa e politica. In un momento storico carico di difficoltà, è fondamentale pensare ai servizi, alla cura dei bambini e degli anziani, al ruolo delle donne, al protagonismo dei giovani, ai temi del lavoro, della formazione, dell’occupazione femminile – ha ribadito Mismetti – per evitare che diventino ambiti a rischio in momenti di precarietà e incertezza economica”.

Il cittadino al centro delle attenzioni – “Dobbiamo collegare temi sociali e scelte economiche, considerando che qualsiasi intervento diventa un intervento di genere, che va a collegarsi con le condizioni di vita di ogni cittadino e cittadina. Sarà quindi utile che l’Amministrazione comunale si impegni fortemente per riconfermare un’idea complessiva di Foligno come città delle relazioni – ha proseguito il primo cittadino – anche per la centralità e le forti tradizioni, ma anche e soprattutto per le scelte fatte in questi anni e per le politiche e i servizi messi a disposizione”.

Esplode il ‘caso politico legale’ della Matarazzi – Ma facciamo un passo indietro: la seduta, convocata per le ore 16 è cominciata di fatto cinquanta minuti dopo sulle note dell’Inno d’Italia ed è proceduta a tempi di record. Subito la prima grana politico istituzionale riguardante la convalida degli eletti. A tenere banco il ‘caso’ di Michela Matarazzi, consigliera comunale del Partito Democratico che al momento dell’elezione aveva in corso una lite pendente proprio il Comune di Foligno, anche se – come precisato dal segretario generale – il suo legale ha comunicato tramite fax di aver depositato ai competenti uffici giuridici la rinuncia a procedere”. Sulla questione è intervenuta Stefania Filipponi della lista civica Impegno Civile, sottolineando come di fatto tale dichiarazione sia irrilevante e che ‘la rinuncia al ricorso è da intendersi come formale ma non come sostanziale’. Di fatto comunque, l’elezione della Matarazzi ad oggi non è stata convalidata.

Look, emozioni e ricerca del posto – Tornando al pre seduta, ecco venire in mente scene e sensazioni da primo giorno di scuola: tra ritardatari cronici che hanno fatto il loro ingresso in aula poco prima delle note dell’Inno di Mameli e chi invece era già lì bell’e pronto per non farsi trovare impreparato. Un esempio su tutti: la neovicesindaco Rita Barbetti che ha chiesto ai giornalisti presenti quale fosse il posto a lei riservato, ovviamente – gli è stato risposto – alla destra di Mismetti. Si percepiva chiaramente l’emozione delle ‘matricole’, la scaltra sicurezza dei riconfermata e l’emozione di chi dalle comode poltrone della giunta si è ritrovato sugli scranni non proprio confortevoli del Consiglio comunale. Per lo donne look molto istituzionale, banditi colori accesi e acciunciature quasi ‘castigate’. La componente maschile ha invece decisamente puntuato sul ‘casual’ formale ma non troppo, pochissimi i completi scuri altrettanto sparute le cravatte che invece andrebbero considerate quasi obbligatorie.

Tra volti noti e tanti cittadini – Sala gremita di cittadini, come nelle grandi occasioni: a fare la parte del leone familiari e parenti di assessori e consiglieri comunali ma anche amici ed elettori andati a verificare di persona il comportamento dei propri rappresentanti. Tra i supporter più numerosi quelli del Movimento Cinque Stelle, presente anche l’ex candidato sindaco Vittorio Frasconi ma anche ex assossori ed ex consiglieri comunali per salutare i successori e rivivere in parte momenti già vissuti dall’altra parte della barricata. Disciplinatamente in fila anche i sette consiglieri in attesa della surroga,  fuori da un aula con appena 17 esponenti, minimo storico tra cooptazioni in giunta e nuove norme ‘taglia poltrone’.

Forza Italia ‘apre le ostilità’ – Il primo ‘ad aprire il fuoco’ dai banchi delle opposizioni è stato il riconfermato capogruppo di Forza Italia, Riccardo Meloni che ha espresso apprezzamento per ‘il discorso di apertura e l’invito a costruire insieme la Foligno del futuro’. L’esponente forzista ha messo il coltello nelle piaghe, ricordando a Mismetti i problemi con l’Udc che ha rotto l’alleanza di centrosinistra, e l’esclusione dal governo cittadino di Rifondazione Comunista. Meloni ha anche rilevato che in venti anni a Foligno la sinistra ha perso oltre venti percentuali mentri per la volta dopo venti anni il centrodestra l’ha costretta al ballottaggio ‘fermandosi ad appena 2500 voti di differenza’. Non è mancato un accenno di autocritica: ‘evidentemente non ci siamo fatti capire dai folignati e non abbiamo saputo spiegare le nostre idee e le nostre proposte, su questo esprimiamo sinceramente un forte rammarico’. ‘Mi auguro che questa legsilatura – ha proseguito Meloni – possa segnare veramente un cambio di rapporti e quando la minoranza presenterà dei progetti mi piacerebbe che sia valutato quanto questi possano tornare utili alla città e non da chi siano stati presentati’.

Piccolotti: ‘opposizione senza pregiudizi’ – L’ex assessore Elisabetta Piccolotti ha subito postato il suo intervento su Facebook, rilevando che per la prima volta a Foligno, la sinistra radicale si trova all’opposizione. “Ho appena preso la parola per commentare le linee di mandato del sindaco e la nuova giunta si legge nel posto – ed ho spiegato perché siamo convintamente all’opposizione, ma senza pregiudizi. La nostra è una sfida: speriamo che il nostro giudizio critico venga smentito, ma fin qui tutto ci sembra molto banale e poco innovativo. Ho fatto notare che la distribuzione delle deleghe ci crea preoccupazione sopratutto sulla mobilità, il centro storico, la raccolta dei rifiuti, l’urbanistica. Ma ho anche già fatto la prima proposta: istituire l’assessorato alla legalità, contro le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico del territorio. Ci sono stati tanti casi in Umbria, alcuni anche a Foligno: serve un punto di riferimento in giunta che promuova la cultura della legalità nel mondo delle imprese e nelle scuole. Per ora non c’è, ma ci vuole poco ad assegnare una delega: lo faccia il prima possibile!

Cetorelli, dure bacchettate ed auguri inaspettati – Agostino Cetorelli di Impegno Civile ha parlato senza mezzi termini di ‘maggioranza debole’ che ha vinto ‘soltanto per 2500 voti di scarto’ e di una giunta trasformata in ‘un monocolore piddino’. Mismetti è stato definito come ‘l’unico sindaco del vecchio apparato di potere scampato per poco allo tzunami di rinnovamento che ha cambiato l’Umbria’. Secondo Cetorelli la nuova giunta è stata scelta ‘in base al semplice ordine di arrivo degli eletti del Pd, anche se – ha rilevato – la Trombettoni è stata lasciata fuori per feroci scontri interni al partito’ ricordando le dimissioni de segretario dell’unione comunale, Cesare Migliozzi. Arriva però un assist forse inaspettato: ‘auspico che sia lei il nuovo presidente della Provincia e farò quel che potrò per ottenere questo risultato’.

Buon debutto della capogruppo Pd – Colleghi e ‘addetti ai lavori’ sono rimasti positivamente colpiti dal debutto della neo capogruppo del Partito Democratico, Seriana Mariani, che ha difeso l’operato del sindaco e della maggioranza di centrosinistra precisando però che non sarà una ‘yes men’ ma avrà invece una decisa azione di pungolo e di stimolo verso l’amministrazione comunale, invitando le opposizioni a porsi in piano di collaborazione senza preconcetti ma a lavorare insieme per il bene della città.

L’esordio di Aldo Amoni – Esordio dagli scranni consiliari anche per l’ex candidato sindaco Aldo Amoni, che definito il sindaco Mismetti ‘prigioniero dei partiti e del suo partito’ una situazione – ha chiosato – che non gli ha lasciato la libertà di agire come avrebbe voluto. Proprio per questo – ha proseguito Amoni – ‘sono sempre più convinto che la nostra strada, quella di essere fuori dai partiti, sia la strada giusta e da qui faremo ripartire il nostro progetto’. Amoni ha preferito non entrare nel merito delle scelte riservandosi di approfondire il documento programmatico consegnato dal primo cittadino, ma ha puntato l’attenzione su economica, sviluppo economico e tassazione, annunciando la presentazione di specifiche proposte in materia.

Il silenzio dei grillini – Spiazzando un pò di tutti, in particolar modo i tanti cittadini presenti nello spazio riservato al pubblico, i due consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle non hanno mai preso la parola.

Surroghe e nuovi ingressi – Venendo alla cronaca della giornata, chiusa la discussione, si è proceduto con l’ingresso di ulteriori sette consiglieri comunali ed al loro insediamento  a seguito delle surroghe dei consiglieri comunali nominati assessori. Dopo di che, altro adempimento previsto dall’ordine del giorno dei lavori, quello dell’elezione del presidente del Consiglio comunale che – come anticipato più volte anche da Tuttoggi.info – è stato individuato dal Pd nella figura di Alessandro Borscia.

Malumori piddini nelle prime votazioni – Nella prima votazione l’esito uscito dall’urna è stato il seguente: Borscia 13; Savini 1; Tortoloni 1; Di Arcangelo 1, Trombettoni 5, Ciancaleoni 1; Baldaccini 1 e tre schede bianche. E non è andata meglio nemmeno nella seconda votazione – dove comunque erano ancora necessari i due terzi dell’assemblea – con Borscia che è salito appena a quota 14; con 12 bianche (sono nove i componenti dell’opposizione); un voto per Di Arcangelo; uno per Ciancaleoni ed ancora cinque per la Trombettoni. Segnali di avvertimento che la stessa maggioranza ed in particolar modo i consiglieri del Partito Democratico stanno mandando al sindaco Mismetti.

Alessandro Borscia eletto ma di misura  –  Ed intorno alle 20.30 arriva finalmente l’elezione del presidente del Consiglio comunale, in questo caso – essendo la terza votazione – basta la maggioranza semplice e in qualche modo rientrano, almeno in parte, anche le fibrillazioni interne fatte emergenze dall’urna. Alessandro Borscia incassa 14 voti, un voto per la Piccolotti, uno per il forzista Ceccucci e poi ben quattro bianche e quattro nulle. Elezione quindi sul filo di lana, in ogni modo, ormai – come si diceva – la nave è salpata…