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Salari e competitività: le sfide dell’edilizia umbra

Nel panorama economico dell’Umbria, l’edilizia si conferma oggi come uno dei settori trainanti. I Bonus e Super Bonus introdotti negli anni scorsi, insieme ai recenti investimenti pubblici finanziati dal programma europeo Next Generation EU, hanno dato una spinta significativa all’economia del settore edile.

È quanto evidenzia in una nota la Fillea Cgil dell’Umbria.


Analizzando il primo semestre del 2024, le ore lavorate in Umbria sono aumentate del 10,84% rispetto allo stesso periodo del 2023 e del 18,64% rispetto al 2022, anno in cui si è registrata la massima espansione dei Bonus edilizi. Parallelamente, il numero di lavoratori è cresciuto del 9,30% rispetto al 2023 e del 21,41% rispetto al 2022. Anche le masse salariali hanno segnato un incremento, seppur contenuto, pari all’1,24% in rapporto alle ore lavorate, segno che è necessaria una maggiore attenzione alla retribuzione nel comparto edile.

Ricordiamo che negli ultimi vent’anni, i profitti delle imprese edili umbre hanno registrato un costante aumento, come dimostrano i dati del database AIDA, che monitora i bilanci aziendali. L’unica eccezione è stata il 2020, segnato dall’emergenza Covid-19. Tuttavia, come rilevato anche dall’Agenzia Umbria Ricerche (AUR), i salari sono rimasti stagnanti. In Umbria, gli stipendi sono infatti inferiori alla media nazionale del 17,4% considerando tutti i settori. Nel settore delle costruzioni, la differenza si riduce, ma resta significativa attestandosi a un negativo -6,4%.
Negli ultimi 40 anni, gli stipendi italiani hanno costantemente perso potere d’acquisto, con una regressione rispetto agli altri paesi OCSE. Anche se il costo della vita è più elevato in molti paesi rispetto all’area mediterranea, i salari reali in Italia sono notevolmente diminuiti. Negli ultimi dieci anni, gli italiani hanno visto una riduzione media di 5.000 euro nei loro stipendi, mentre le disuguaglianze sono aumentate, colpendo soprattutto i redditi medio-bassi. Attualmente, 1,6 milioni di italiani guadagnano più di 60.000 euro all’anno, ma ben 22,7 milioni guadagnano meno di 20.000 euro, una cifra vicina alla soglia di povertà, soprattutto per le famiglie monoreddito e con figli a carico.
Per questo si rende fondamentale la contrattazione e la capacità di garantire stipendi dignitosi per tutti i lavoratori. È essenziale che le retribuzioni riflettano adeguatamente il costo della vita e il valore del lavoro, per assicurare un livello di benessere economico che rispetti la dignità dei lavoratori e riduca le disuguaglianze.

Un’altra sfida che, come Fillea Cgil riteniamo urgente, è la lotta all’illegalità. Il “Durc di congruità”, introdotto in Umbria 25 anni fa e ora legge nazionale, ha contribuito a far emergere situazioni di precarietà. Tuttavia, è necessario mantenere alta la soglia dell’attenzione, specialmente considerando l’attuale afflusso di fondi pubblici, affinché tutte le istituzioni e le OO.SS , le associazioni di categoria, continuino a presidiare e a garantire la massima trasparenza a tutti i livelli.

Il settore edilizio continua ad essere attraversato da una carenza di manodopera, in particolar modo specializzata, realtà questa, che rende imperativo il rilancio della produttività attraverso salari più competitivi e attrattivi. La formazione gioca un ruolo fondamentale in questo senso: investire in percorsi formativi di alta qualità, capaci di integrare le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, costituisce un processo prioritario per garantire maggiore competitività e attirare nuove risorse. Il cambiamento non è mai un percorso gratuito e indolore e le tecnologie innovative, che sono già il presente, possono costituire un fattore propulsivo per un settore che deve trovarsi preparato ad accoglierle. Un settore ben consapevole, che prima di correre occorre saper camminare e per poter camminare il benessere e la sicurezza di chi lavora sono prioritari.



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