Se un tempo i pellegrini si mettevano in strada armati solo di bastone in mano e una bisaccia sulle spalle, i turisti religiosi di ora si spostano in macchina, aereo, pullman, dormono in hotel, mangiano nei ristoranti, consumano acqua e producono tonnellate di rifiuti. In questa maniera le risorse limitate di luoghi sacri e spesso in contesti antichissimi, rischiano di essere sottoposti ad una forte pressione. Ed ecco che, in coerenza con i valori dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, la Custodia Generale del Sacro Convento di Assisi ha sottoscritto un protocollo di intesa con l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale dell’Umbria e con Sisifo – Sostenibilità e Resilienza, volto alla realizzazione di un progetto di sostenibilità unitario del complesso monumentale comprendente le basiliche, la tomba del Santo e il convento. La comunità religiosa del Sacro Convento di Assisi ha da tempo avviato un percorso di progressiva riduzione del proprio impatto ambientale, verso stili di vita e gestione del complesso monumentale più efficienti e sostenibili. Tra gli obiettivi del patto, quello di Sensibilizzare i pellegrini sui grandi temi ambientali del nostro tempo e sperimentare un vademecum per la cura della casa comune, ovvero la Madre Terra.
Le aree interessate
E’ un dato di fatto, il turista ha un impatto ambientale riconducibile, ad esempio, all’inquinamento delle risorse idriche e atmosferiche e, ovviamente, la produzione di rifiuti. Il piano di sostenibilità toccherà tutte attività del Convento, partendo dalla vita della comunità dei frati, per arrivare alla accoglienza dei pellegrini fino alle attività delle Basiliche di Assisi, allo scopo di identificare le migliori tecnologie e le più efficienti modalità operative di gestione con un basso impatto ambientale. La comunità religiosa che custodisce la tomba di San Francesco, “esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità” (Laudato si’, 10), vuole essere a sua volta testimone di questa eredità carismatica del Poverello, il quale “ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà” (Laudato si’ 12). “L’amore per l’ambiente, porta con sé valore e guadagno a più livelli – spiega padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi –: innanzitutto l’abbattimento dei costi e il rendimento dell’investimento (impiegare capitali per il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale è il miglior investimento per l’uomo di oggi); poi il contributo concreto portato, attraverso la riduzione dell’impatto sull’ambiente, alla cura della casa comune che è la terra: infine il senso di coerenza e soddisfazione rispetto al manifesto originario dell’ecologia di Francesco rappresentato dal Cantico delle Creature, che ci ispira i valori fondamentali di pace e armonia tra noi e il creato. L’amore per l’ambiente aggiunge felicità all’esistenza umana”.
Il protocollo d’intesa
Il protocollo di intesa esprime l’intenzione di rendere più organici gli interventi di miglioria nell’utilizzo delle risorse materiali ed energetiche attraverso le competenze dei due partner selezionati e dove Arpa Umbria, sotto la guida di Walter Ganapini, membro onorario dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, ha già avviato le analisi dei dati sui consumi energetici ed idrici, come le analisi dei flussi di materia riguardanti l’intero complesso. “La Terra – ha dichiarato il Direttore Generale di ARPA Umbria – è un sistema finito, dotato di una capacità limitata di rigenerazione delle risorse e di assorbimento dei rifiuti e la vita di sistemi sociali ed ecologici è possibile solo riconoscendo e rispettando i vincoli posti dall’ambiente naturale. La scelta del Sacro Convento, sottintende la consapevolezza di una responsabilità condivisa. Ognuno – continua Ganapini – deve sentirsi corresponsabile della esigenza di perseguire una sostenibilità fondata su equità intra- e inter-generazionale, orientata a migliorare il tenore di vita delle popolazioni più povere della Terra e delle generazioni future. Come Agenzia Regionale di Protezione Ambientale siamo davvero onorati di mettere a disposizione le nostre conoscenze per una comunità già punto di riferimento a livello mondiale”
Il partner
Il progetto trova in Sisifo il partner ideale per la cura del coordinamento e dello sviluppo della rete dei potenziali ulteriori partner: “In effetti – ha dichiarato Giuseppe Lanzi, Amministratore Delegato di Sisifo – più che un semplice progetto, quello iniziato ad Assisi è un vero e proprio cammino, vorrei dire pellegrinaggio di conversione ecologica, che ha l’ambizione di evolversi con ulteriori soggetti fino a diventare un modello replicabile sia in altri complessi monumentali, sia in importanti strutture meta di pellegrinaggi, ma anche in diverse tipologie di comunità chiuse. Lavorare sulla tomba di San Francesco e con la Comunità dei suoi frati – conclude Lanzi – è una grande responsabilità che accettiamo con la volontà di dare il massimo.”