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Sacchi e Lucchetti a Immaginario: l'utopia dal calcio al cinema

Cosa centra il calcio con Immaginario, un progetto su media, creatività e comunicazione? Hanno tentato di rispondere a questa domanda ieri pomeriggio i protagonisti dell'incontro “Un viaggio intorno al calcio: utopie e schemi”. Presso la Sala delle Colonne di Palazzo Graziani, insieme ad Arrigo Sacchi, ospite principale ed uno degli allenatori che secondo molti ha cambiato il modo di intendere il calcio a livello mondiale, sono intervenuti sul tema anche altri tecnici perugini come Ilario Castagner e Serse Cosmi, oltre ai giornalisti Roberto Renga e Giuseppe Smorto.

“Il calcio con i suoi schemi è una forma di regia e di creazione” ha affermato Sacchi, accolto come una vera e propria star del cinema dal pubblico dell'evento perugino.

“Il gioco – ha aggiunto – è quella magia che moltiplica le qualità dei giocatori. La mia utopia è stata sempre quella di dare un gioco alle squadre, perché ho avuto sempre la presunzione di pensare che il calcio è sport di gruppo e non individuale”.

“Ad Immaginario – ha detto l'assessore regionale allo sport Fabrizio Bracco intervenuto ad inizio dibattito – abbiamo voluto ricercare quello che non c'è, ma che vorremmo ci fosse anche nel mondo del calcio”. E infatti c'è un'utopia (tema scelto proprio per questa seconda edizione di Immaginario) anche nel calcio. Hanno cercato di spiegarla i presenti: “L'utopia nel calcio è fare bel gioco ed ottenere i risultati, ovvero vincere e convincere”. Ed in questo, è stato detto, se c'è una persona che incarna l'utopia questa è proprio Sacchi.

Cinema, Italia e Utopia – Interessante è stata anche la riflessione, ricca di spunti, che ha avuto come tema l'Italia che (non) cambia, a distanza di venti anni dal film “Il Portaborse”.

Infatti, dopo la proiezione della storica pellicola di Daniele Luchetti (è stato ricordato come in Italia nessuna televisione ha comprato il film almeno per cinque anni dalla sua uscita nelle sale), al cinema Zenith ha fatto seguito un dibattito con lo sceneggiatore Stefano Rulli, il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella e il professore Alessandro Campi dell'Università di Perugia.

Sono quindi passati vent'anni dall'uscita del film che anticipò e descrisse l'epoca di “Tangentopoli”. Siamo molto lontani dagli scenari descritti nel film oppure il passato non è mai stato così presente? Questa la domanda che si sono posti gli ospiti di Imm,aginario. “Oltre che delle nefandezze della politica dovremmo parlare anche dei colpevoli silenzi della società civile” ha detto Rulli. “E' vero – ha sottolineato Stella -, la società civile è compromessa quanto la politica, ma mentre la prima non può cambiare le regole, la seconda invece può farlo. Per questo dobbiamo pretendere che la classe politica sia migliore della società”. “C'è anche da segnalare – ha affermato Campi – la responsabilità di un certo giornalismo, quello succube della politica. In questo modo la società civile non può contare nel valido supporto che è rappresentato dal contropotere di una stampa libera”.