Parte stasera a San Brizio, sotto i migliori auspici, viste anche le splendide giornate estive di questo ultimo periodo, la XXV^ edizione della Sagra della pasta, dello spiedino e del Trebbiano spoletino.
La festa di San Brizio propone un ritorno alle antiche tradizioni popolari e contadine. Un tempo, infatti, le feste scandivano gli eventi legati alla coltivazione dei campi: la mietitura, la trebbiatura, la raccolta delle olive; tutte occasioni in cui magicamente appariva un organetto e sull'aia si ballava, mentre nelle cucine si preparavano i semplici cibi della tradizione popolare e non mancava il fiasco del trebbiano. Ora che in agricoltura le macchine hanno sostituito l'uomo e queste importanti occasioni di incontro si sono perdute, la Sagra della pasta, dello spiedino e del Trebbiano spoletino permette di supplire a questa carenza, stimolando l'incontro tra le persone lonatano dalla frenesia del quotidiano quotidiana.
Poche ma buone, e soprattutto genuine, le pietanze servite alla sagra di San Brizio: strangozzi, gnocchi, succulenta carne arrosto, una squisita zuppa inglese fatta in casa, una fetta di cocomero ed un buon bicchiere di Trebbiano Spoletino. Impossibile non ricordare, infine, delle croccanti frittelle di pasta di pane, uno dei pezzi forti delle straordinarie cuoche sanbriziesi. Dopo la cena, ogni serata proseguirà fino a notte con l'intrattenimento musicale dei gruppi di liscio e delle orchestre-spettacolo più richiesti del momento.
Ma San Brizio non significa solo buon mangiare e buon bere. Ogni anno, infatti, nell’ambito della sagra, la Pro Loco organizza un incontro culturale di livello. Sembra incredibile che una Chiesa, quattro mura di castello diroccate e poche case possano racchiudere una così importante testimonianza storica per il territorio spoletino, ma questa è la pura verità. Risale al mese di aprile scorso l’ultima novità archeologica portata alla luce a San Brizio. Mentre faceva eseguire alcuni lavori all’interno della sagrestia, il parroco don Ernesto ha avuto la fortuna di riscoprire un cippo romano recante una bella iscrizione, assai ben conservata nonostante i suoi 2000 anni. Ha avvisato subito Fiovo Cariani, il genius loci di S. Brizio, il quale a sua volta ha informato della cosa la Soprintendenza e Romano Cordella. Lo studioso, che è anche un esperto epigrafista, non ha tardato a rendersi conto che si tratta di un’iscrizione già nota, rimasta lungamente nascosta sotto altri materiali, come non di rado accade per simili manufatti. L’importanza del ritrovamento, però, non è minimamente sminuita da questo fatto. Il patrimonio epigrafico e della pieve e del castello di S. Brizio se ne avvantaggia non poco e ora il cippo non solo fa bella mostra di sé all’interno della chiesa, ma diventa un’altra testimonianza concreta della sua storia.
Il giorno 27 alle 18.30, presso la struttura che ospita la sagra, si terrà un incontro aperto a tutta la cittadinanza per parlare di questo importante ritrovamento.
Per il programma completo della Festa http://adv.tuttoggi.info/san-brizio/