Dopo Napoli, Torino e Milano anche a Terni il rugby entra in carcere. Lo fa, grazie agli allenatori del Rugby Terni, per condividere con i detenuti i valori di questo sport come occasione di riscatto sociale e di crescita personale. Nei giorni scorsi i tecnici Valerio Guidarelli, Jacopo Borghetti e Marta Corazzi, grazie alla collaborazione con l’associazione “Ora d’Aria” che da anni opera all’interno della casa circondariale di Terni e grazie alla disponibilità del direttore della struttura Giuseppe Donato e del comandante della polizia penitenziaria Fabio Gallo, hanno incontrato per la prima volta due gruppi di detenuti, in tutto circa 25 persone. C’è stata una prima lezione teorica sul rugby, durante la quale sono state spiegate le regole di base e i valori di questa disciplina sportiva. “I ragazzi ci hanno rivolto moltissime domande, segno che il rugby li interessa e li incuriosisce”, riferiscono i due allenatori del Rugby Terni. Nelle prossime settimane gli incontri continueranno e si articoleranno in esercitazioni teoriche e veri propri allenamenti, per il momento nei cortili interni della struttura. “Da parte nostra – dicono gli operatori dell’associazione Ora d’Aria – abbiamo accolto molto positivamente la proposta del Terni Rugby, un’associazione sportiva che già è molto impegnata nel sociale. Pensiamo anche che il rugby possa essere un’attività particolarmente interessante per i detenuti della casa circondariale perché unisce una forte componente fisica ad un’educazione profonda del rispetto delle regole”. “La nostra attività nella casa circondariale che auspichiamo possa continuare nel tempo – dice il presidente del Rugby Terni Alessandro Betti – è solo una delle iniziative che abbiamo intrapreso nel settore sociale. Ricordo infatti la cogestione del centro giovanile Sant'Efebo e le tante iniziative del progetto Ka Mate Ka Ora. Tutto questo rappresenta al meglio il modo in cui il nostro club intende vivere lo sport”.
(foto archivio)