In una sola settimana, lo scorso agosto, un anziano tifernate si era visto addebitare sul proprio conto corrente 60 transazioni non riconosciute, per circa 20.000 euro. Pochi giorni fa, dopo 4 mesi di indagini, i carabinieri di Trestina (Città di Castello) sono risaliti ai presunti responsabili.
Tutto era partito dalla denuncia presentata in estate dal malcapitato dopo i clamorosi ammanchi, arrivati subito dopo il furto del bancomat, di cui però l’uomo non aveva saputo ricostruirne la dinamica. Dall’esame degli estratti conti forniti dal tifernate, i militari hanno poi appurato come tutte le operazioni ai suoi danni fossero da ricondurre a spese avvenute in una sala-slot di Perugia.
Qui, immediati riscontri video, supportati da voci di testimoni, hanno permesso di individuare tra i tanti avventori del locale una coppia sospetta. I due avevano escogitato uno stratagemma ben rodato che – attraverso la cassa della sala giochi (i gestori non ne erano consapevoli) – gli permetteva di ottenere ingente liquidità di danaro solo in minima parte giocata alle slot, intascando poi le cospicue rimanenze.
Gli uomini dell’Arma sono infine risalirti all’esatta identità dei due individui, 30enni nomadi residenti nel perugino, deferiti in stato di libertà per le ipotesi di reato di furto e indebito utilizzo di titoli elettronici.
La successiva individuazione fotografica ha permesso poi alla vittima di ricordare il furto del bancomat subito ad agosto: infatti l’anziano, tra le tante foto visionate, ha riconosciuto una nomade che, pochi giorni prima, si era introdotta con un pretesto all’interno della sua auto, dove quasi sicuramente gli aveva sfilato la tessera.