Spoleto

Rossini si racconta a Spoleto nella ‘opera nova’ del Tls

Gioachino Rossini immerso in una stanza piena di oggetti, quelli che raccontano la sua vita, “accudito” da un custode della sua memoria e attorniato da facchini, cantanti, musicisti. Contrasti e paradossi della personalità del grande compositore italiano rivivono in “Ehi Giò” l’opera lirica scritta da Giuliano Compagno con le musiche di Vittorio Montalti e la regia di Alessio Pizzech. E’ questo infatti il progetto Opera Nova 2016 del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, che ha debuttato venerdì sera al teatro di San Nicolò e che sarà replicata oggi alle 20,30 e domani alle 17. Nel pomeriggio, però, a presentarla sono stati gli stessi fautori del progetto, guidati dal direttore artistico del Tls, Michelangelo Zurletti.

La pièce, a metà tra l’opera lirica ed il teatro musicale, come l’ha definita Montalti, ha inaugurato la 70esima Stagione lirica sperimentale (anticipata a metà agosto dal consueto Eine Kleine Klostermusik). “Il nome ‘Ehi Giò’ è per dare un titolo un po’ scherzoso a Rossini – ha spiegato Zurlettipersonaggio che di scherzi se ne intendeva moltissimo. L’opera è una specie di rassegna amarcord, vediamo Rossini vecchio, a Parigi, che ricorda qualche tappa della sua vita“. Rossini che, ha ricordato il direttore artistico del Tls, è stato 39 anni senza scrivere niente, è stato in tensione tra il classicismo ed il romanticismo. Un personaggio quindi difficile da raccontare ed il duo Montalti – Compagno lo hanno cercato di fare “giocando tra le righe di un fatto avvenuto, cercando tra ciò che è noto degli approfondimenti importanti” come ha spiegato il librettista, che con il compositore lavora da tre anni. A facilitare il loro lavoro sono stati il regista Pizzech, il direttore d’orchestra Enrico Marocchini  e lo scenografo e costumista Davide Amadei, “che hanno reso possibile la creazione di un’opera che rendesse possibile più linguaggi e lavori diversi“. Linguaggi che comprendono perfino la musica elettronica, oltre al recitato di due attori (il protagonista è interpretato da Emanuele Salce, figlio dell’attore e regista Luciano Salce e dell’attrice Diletta D’Andrea, cresciuto con il di lei compagno Vittorio Gassman; mentre il “custode” è Giuseppe Nitti), il canto (Federica Livi, Sara Intagliata, Marco Rencinai, Salvatore Grigoli, Alessandro Abis) e la musica da ensemble (l’Otlis, con Teresa Lombardo, Roberta Palmigiani, Matteo Maria Zurletti, Arcadio Baracchi, Giacomo Poggiani, Gian Marco Silvestri, Marco Eugeni, Luca Spinosa).

A svelare qualche dettaglio in più, anche a nome del regista assente alla conferenza stampa, è stato Amadei: “il sipario si apre su una catasta di oggetti, è un luogo della memoria che abbiamo inventato insieme a Pizzech“. L’obiettivo è quello di rappresentare in scena un’opera fatta di tante situazioni, con sul palco un attore, Rossini, (accompagnato dal custode della sua memoria) e tanti visitatori. Tra cui tre traslocatori, che trovano i vari oggetti e interpretano ciò che hanno rappresentato. E così pian piano sul palco rivive la storia.